«Svelo il volto nero della mia Europa»

«Svelo il volto nero della mia Europa»
Michela Greco
ROMA - Artista dall'identità plurale, che usa con sensibilità e intelligenza la ricchezza delle due culture che lo hanno plasmato, il regista turco-tedesco Fatih Akin stavolta ha puntato la sua attenzione dritta su un tema bollente: il terrorismo scatenato dall'intolleranza. E con Oltre la notte, nei nostri cinema da giovedì, ha conquistato il Golden Globe per il miglior film straniero e fatto meritare alla sua protagonista Diane Kruger la Palma d'Oro come miglior attrice a Cannes. Lei, che si è fatta conoscere con Troy e poi ha avuto la consacrazione grazie a Bastardi senza gloria, qui è una ragazza che perde figlio e marito in un attentato neonazista e che attraversa il suo dolore in cerca di giustizia.
Come mai ha girato questo film proprio ora? È un progetto che accarezzava da tempo.
«Una delle prime sceneggiature che ho scritto nella mia vita era una storia non troppo lontana da questa, poi però sono andato in altre direzioni, perché era un soggetto difficile. Se racconti una storia sui neonazisti, soprattutto in Germania, ci sono troppe cose che possono andare male. Avevo bisogno di tempo ed esperienza, di non aver troppa paura».
Che reazioni ha avuto dal pubblico tedesco?
«Nonostante trattassi un tema difficile, ho cercato di trovare un modo per renderlo interessante a un pubblico ampio e credo di esserci riuscito perché il film ha avuto successo. Oltre la notte è un film politico e sono molto fiero del suo buon risultato in sala in quest'epoca di Netflix e Amazon».
Le sembra che il livello di razzismo stia crescendo in Europa?
«Credo che sia in corso una guerra tra culture. Non tra musulmani e cristiani, ma tra le persone istruite e quelle che lo sono meno. Ci sono delle élite di leader istruiti che decidono su tutto e c'è una maggioranza che non vuole essere guidata dalle élite. Questo crea un conflitto e alcuni leader fascisti molto furbi trovano il modo di trarne vantaggio. Sono carismatici, usano bene i social e parlano meglio il linguaggio della gente di strada. Non siamo di fronte a una tendenza al fascismo, ma a un'ondata anti-élite che il fascismo sfrutta molto bene».
Come è avvenuta la scelta di Diane Kruger?
«Era importante che la mia protagonista avesse gli occhi blu e i capelli biondi, proprio come lo stereotipo della ragazza nazista, perché era importante che l'attacco nazista fosse contro tutta la società tedesca. E non volevo un tipo intellettuale: Diane, anche se è bella e glamour, rappresenta meglio l'attitudine da ragazza di strada di altre attrici tedesche».
È già al lavoro su un nuovo progetto?
«Ne ho molti, tra questi una serie tv su Marlene Dietrich... con Diane Kruger».
riproduzione riservata ®

Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Marzo 2018, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA