Il Corriere del Ticino riporta stamane un messaggino che il 19enne ha mandato a uno o più compagni di classe. Il testo è da pelle d’oca: “Martedì non venire a scuola: non voglio che tu sia presente quel giorno”.
Martedì, come sappiamo, è il giorno in cui il ragazzo intendeva entrare in azione: per quel giorno era in calendario la prima giornata d’esame per le terze, le classi di cui faceva parte anche il protagonista della vicenda. Fortunatamente, quel messaggio, è stato mostrato da chi lo ha ricevuto ai docenti: così è scattato l’allarme che ha portato all’arresto del giovane nella giornata di giovedì.
Altro elemento, riportato sia dal CdT che dalla Regione, è il ritrovamento di un diario da parte degli inquirenti. In quelle pagine potrebbe trovarsi il movente alla base del piano che stava per realizzare il 19enne. Forse ci sono anche i dettagli su come la strage avrebbe dovuto compiersi.
Intanto, sempre secondo le ricostruzioni dei quotidiani, prenderebbe corpo l’ipotesi che il progetto criminale del giovane non prevedesse l’eliminazione a caso di chiunque si trovasse nell’edificio. Piuttosto degli omicidi mirati, tra compagni e docenti. Il che sarebbe coerente con il messaggio di cui abbiamo scritto in apertura.
Il 19enne, ricordiamo, si trova attualmente agli arresti nella clinica psichiatrica di Mendrisio. Lui al momento respinge l’accusa di aver voluto compiere una strage. Nella struttura ha incontrato il suo avvocato Luigi Mattei.