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29.11.2018 - 14:380
Aggiornamento: 16:05

Pubblicità sessista, razzista e omofoba, Matteo Pronzini: "Non bastano più le belle parole. Si crei una base legale apposita"

Il deputato MPS: "Si tratta di dare un segnale di chiaro rifiuto di una cultura che non fa altro che legittimare le discriminazioni e le violenze sulle donne"

BELLINZONA – Philipp Plein non smette di far discutere. Dopo il caso della pizza e del sushi in notturna, la ditta del celebre stilista è finita nuovamente nel mirino delle critiche a causa di una campagna pubblicitaria per il 'Black Friday'. Più persone, infatti, contestano la scelta di utilizzare l'immagine di alcune donne uccise dai "prezzi killer".

Una campagna indigesta anche per il deputato MPS Matteo Pronzini che, in scia al caso Plein,  chiede attraverso una mozione inoltrata oggi di "vietare la pubblicità sessista, razzista e omofoba" chiedendo la "creazione di una base legale apposita".

"Le donne – si legge nel testo – occupano un ruolo centrale nelle pubblicità. Sono spesso idealizzate (i corpi femminili perfetti e a volte persino anoressici) o denigrate (e usate come oggetti sessuali). L’obiettivo principale della pubblicità è di attirare l’attenzione del pubblico, provocandolo o suscitando il suo desiderio, per incitarlo a consumare. Tra gli espedienti più usati ed abusati dai pubblicitari vi è la messa in scena delle donne e del loro corpo come oggetto di godimento o di consumo.

"Queste rappresentazioni, che perpetuano e rafforzano i peggiori stereotipi sessisti e machisti, – sostiene Pronzini – sono lesive nei confronti dell’intelligenza e della dignità della donna. Quando, inoltre, i messaggi veicolati banalizzano o presentano come sexy immagini di violenza nei confronti delle donne, viene pericolosamente sdoganata l’idea che il corpo femminile è violabile e senza valore. In alcuni paesi questo modello è ormai superato, ma non da noi, dove si continua a usare e a tollerare l’utilizzo del corpo femminile in atteggiamenti provocanti, semi-nudo o sottomesso per vendere qualsiasi cosa, dalle automobili agli aspirapolveri".

E ancora: "Di fronte a pubblicità estremamente sessiste o degradanti, le possibilità d’intervento da parte di cittadini/e e autorità sono tutt’ora quasi nulle. L’unica via percorribile è la segnalazione della pubblicità in questione alla Commissione Svizzera per la Lealtà, un organismo di autocontrollo dei pubblicitari che non dispone però di alcun potere di sanzione e che si è dimostrato di scarsa efficacia per disincentivare questo tipo di campagne pubblicitarie".

Secondo il deputato MPS "oggi non bastano più i discorsi e le belle parole, ma è giunto il momento di prendersi seriamente le proprie responsabilità e di vietare nel nostro Cantone tutte le pubblicità sessiste, razziste ed omofobe".

"Si tratta – conclude la mozione – così di dare un segnale chiaro di rifiuto di una cultura che non fa altro che legittimare le discriminazioni e le violenze sulle donne, siano esse fisiche, sessuali, psicologiche o anche economiche".

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