Bianco come Dio, il libro che tutti dovremmo leggere

Bianco come Dio” è un libro che tutti dovremmo leggere. Perché racconta una storia semplice e bellissima. Di un ragazzo che a vent’anni capisce che rassegnarsi ad una vita vuota, preconfezionata e senza prospettive, non è ciò che merita. Partire per l’India, nonostante la paura e il senso di inadeguatezza, è la scelta migliore da fare. “Bianco come Dio” ne è la testimonianza diretta e sincera.

Nicolò Govoni, l’autore di Bianco come Dio

Nicolò Govoni, classe 1993, giovane giornalista cremonese, è l’autore del romanzo, edito da Rizzoli ad ottobre 2018. Nasce a Cremona il 17 marzo 1993 e coltiva fin da subito una grande passione per la lettura e il giornalismo. Durante gli anni dell’adolescenza, momento critico per tutti i ragazzi, si rende conto, forse prima di altri, di quanto ingiusta e sbagliata fosse la società nella quale viveva. Un senso di giustizia e di cambiamento iniziano a rimbombare nella sua testa; una voce del suo inconscio lo sprona a non arrendersi ad una vita nella quale preferire «un dolore facile, anziché un’impervia vittoria». Arriva quindi un momento nel quale Nicolò realizza di meritare di più, di mettersi in gioco al cento per cento. 

A vent’anni Nicolò parte per l’India con il compito di fare volontariato in un piccolo orfanotrofio dell’India meridionale. Dayavu Home, il nome dell’orfanotrofio, diventerà presto la sua nuova casa, un luogo nel quale ogni persona si sente accolta e aiutata per quello che è.

Da questo momento in poi la vita di Nicolò cambia radicalmente: l’obiettivo più grande è quello di contribuire, con una raccolta fondi, ai progetti e al sostentamento dell’orfanotrofio. Nel frattempo, si iscrive alla facoltà di giornalismo e insegna inglese ai bambini.  

Nel 2014 riesce a salvare l’orfanotrofio da rallentamenti burocratici e fonda una Onlus a supporto della sua missione. L’anno seguente pubblica “Uno”, edito da Genesis Publishing, un libro nel quale racconta la sua storia di speranza, di cambiamento, di voglia di fare e di una vita nuova. Collabora per diverse testate, tra cui BBC, South China Morning Post e Metropolis Japan.

Il caso editoriale Bianco come Dio

Nel 2017 Nicolò, con la paura di non avere abbastanza fondi per sostenere Dayavu Home, scrive “Bianco come Dio”, e l’autopubblica. “Bianco come Dio”, pubblicato in formato e-book e distribuito online, diventa in poco tempo un caso editoriale, con quasi 10 000 lettori. Dopo quattro anni, Nicolò lascia l’India con due consapevolezze importanti: quella di aver creato e dato molto, e in cambio aver ricevuto altrettanto.

Dopo la laurea in giornalismo, la voglia di mettersi in gioco è ancora tanta. Dopo l’India Nicolò non riesce a stare lontano dai bambini e dai loro sorrisi: la sua vera forza. Lavora in Palestina, e poi nel campo profughi di Samos, in Grecia, dove coordina un programma educativo per bambini rifugiati sfuggiti alla guerra e provenienti dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Iraq, dalla Palestina, dal Kurdistan, dall’Iran, dall’Algeria, dal Congo.

Ed è proprio a Samos, in quel luogo infernale, minacciato dal dolore e dall’ingiustizia, che arriva la chiamata di Rizzoli:

«Crediamo nel potenziale di “Bianco come Dio” e crediamo che le tue missioni debbano essere conosciute in tutta Italia.»

Finalmente, dopo tante difficoltà e speranze, quella passione e costante dedizione verso l’altro, vengono ripagate con la giusta moneta. “Bianco come Dio“, da una piccola storia anonima di un ragazzo di provincia, dai 10000 lettori iniziali, assume il volto di un racconto universale, disponibile e leggibile da tutti.

Il ricavato sarà poi devoluto in beneficenza al fine di garantire ai ragazzi di Dayavu Home studi, cure e una vita migliore.

In Bianco come Dio l’idea di restare

Nicolò a Dayavu Home si rende ben presto conto che il volonturismo – parola nata dal connubio tra volontariato e turismo, indicane un’attività di volontariato in luoghi di disagio per un periodo limitato di tempo, una sorta di lavoro sociale a tempo determinato – è solo un male per i suoi bambini. I legami che si creano tra volontari e bambini non possono e non devono essere a tempo determinato. I bambini sono sensibili e suscettibili a qualsiasi cambiamento, al centro di tutto dovrebbero esserci le loro necessità e non il nostro desiderio o sentimento a sentirci necessari.

Nicolò infatti resta, perché è la cosa più importante e giusta da fare, per se stesso e per loro. In India si libera del tutto dalle sembianze e dalle vesti di un ragazzo smarrito, alla ricerca di una strada , per vestire quelle di un uomo e un maestro che, aiutando gli altri, spera di diventare un giorno la miglior versione di se stesso.

«Sono solo un venticinquenne con un sogno: lasciare il mondo un po’ migliore di come l’ho trovato. Dopotutto, celebrare la vita significa farne il miglior uso possibile, e alleviare il dolore altrui è la miglior vita che io possa vivere.» 

Marta Barbera



Classe 1997, nata e cresciuta a Monza, ma milanese per necessità. Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione, attualmente studentessa del corso magistrale in Editoria, Culture della Comunicazione e della Moda presso l'Università degli Studi di Milano. Amante delle lingue, dell'arte e della letteratura. Correre è la mia valvola di sfogo, scrivere il luogo dove trovo pace.

4 Commenti

  1. Il libro che tutti dovrebbero leggere.
    Grazie a Nicolo’, Mr Joshua, Sushila e a tutti i bambini del Dayavu Home.

    “Sono solo un venticinquenne con un sogno: lasciare il mondo un po’ migliore di come l’ho trovato. Dopotutto, celebrare la vita significa farne il miglior uso possibile, e alleviare il dolore altrui è la miglior vita che io possa vivere.» NG

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