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Matteo Salvini, assist da Victor Orban in chiave anti-migranti. Ma il Ppe prova ad assorbire la Lega

Matteo Legnani
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L' asse Varsavia-Roma è un grande sviluppo», cui «sono legate grandi speranze», Victor Orban si riferisce ovviamente all' incontro di mercoledì tra Salvini e Kaczynski, leader di Diritto e Giustizia (Pis), partito di maggioranza in Polonia, che ha sancito o quasi, sostiene lo stesso premier ungherese, un' alleanza «capace di governare, capace di assumersi la responsabilità e di opporsi all' immigrazione». Un patto in dieci punti, proposto dal ministro italiano, con l' obiettivo esplicito di riformare la Ue scardinando il dualismo Ppe-Socialisti che da anni si spartiscono il potere a Bruxelles. In realtà quest' ultimo punto che appare scontato, tanto scontato non lo è e lo dimostra il fatto che l' autorevole benedizione al nuovo sodalizio arriva da uno dei leader degli euroscettici anti-immigrazionisti che allo stesso tempo è parte integrante del Ppe, e dal quale non ha alcuna intenzione di fuoriuscire. Mentre infatti Salvini e Kaczynski parlano di radici cristiane e di «ridare un senso al sogno europeo», Orban si sofferma di più sul tema che gli è più caro, cioè la lotta contro all' immigrazione, e in questo senso sostiene che il nuovo fronte del quale anche lui fa parte si deve principalmente occupare di contrastare chi al contrario la incoraggia, primo tra tutti il presidente Macron: «Non c' è nulla di personale a riguardo, ma riguarda il futuro di tutti i nostri Paesi». Ma anche su questo punto c' è da rilevare come Macron sia un pezzo che non parla di immigrati, e di conseguenza di Salvini, perché ha capito che è altamente controproducente. E che lo stesso Ppe non abbia mai seriamente contato su una possibile alleanza con En Marche!, anche perché quest' ultimo è destinato a far parte dell' Alde, cioè il gruppo dei liberali all' Europarlamento, e comunque non dei Socialisti, che è quello che in fondo preme al gruppo della Merkel. Mosse ed alleanze - Piuttosto è a quest' ultima che bisogna risalire per capire come si stanno muovendo le pedine in Europa. Andando a ritroso in un gioco di associazioni ideali da Salvini e Kaczynski si passa a Orban, da quest' ultimo a Kurz e Seehofer, e poi a Manfred Weber, il quale oltre a essere bavarese e della Csu come il ministro degli Interni tedesco, è il candidato in pectore della Cancelliera alla presidenza della Commissione che verrà. Una scelta ovviamente non casuale ma propedeutica proprio a sbilanciare il Ppe verso destra avvicinando il gruppo di Visegraad e perfino Salvini. Ancora meno casualmente Weber, lo stesso giorno in cui Salvini e Kaczynski si sono incontrati, ha sostenuto durante un incontro per lanciare la sua campagna elettorale che non esistono preclusioni al dialogo, basta che si condividano «i valori pro-europei». Ma parlando con i giornalisti il leader del Ppe si è lasciato sfuggire che è difficile «immaginare che un leader di un Paese come Salvini abbia interesse a stare insieme a qualcuno che si oppone all' Unione europea e all' euro, come Marine Le Pen». In un certo senso Weber aveva già teso la mano al nostro ministro a settembre quando sostenne che guardando al panorama politico europeo di oggi bisogna fare i conti per forza con Salvini, Kaczynski e Orban, «potremmo desiderare qualcos' altro naturalmente» disse, «ma questa è la realtà». Weber mercoledì si è spinto qualche centimetro oltre dichiarando di essere pronto a «lavorare con tutti per trovare una visione comune». Certo è molto difficile che Salvini entri a far parte del gruppo della Merkel, quella che di fatto ha dato il via all' invasione di immigrati, ma secondo il bavarese almeno il leader della Lega potrebbe prendere in considerazione di abbandonare la Le Pen e mettersi comodamente al posto del Tory nell' Erc, il gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, costituito dai proprio britannici dopo le elezioni del 2009 per fornire un' alternativa euro-critica alla posizione tradizionalmente pro-Ue del Ppe. Leggi anche: Zoltan Kovacs, portavoce di Orban, a Senaldi: "La Ue non è democratica. Tutta la verità sull'euro" Una costola di destra del gruppo leader all' Europarlamento del quale fa parte anche il partito Diritto e Giustizia (Pis) di Kaczynski e che Weber ha elogiato per aver collaborato al dialogo più dei Verdi. Sarebbe comunque «un passo avanti» che dal punto di vista del Ppe renderebbe quasi inoffensivi gli euroscettici italiani, fermo restando che gran parte degli esponenti del gruppo plaude (in segreto ovviamente) al fatto che Salvini abbia fermato l' ondata di immigrati dall' Africa, meritandosi l' epiteto di «eroe» da Orban. di Carlo Nicolato

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