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Islam, la sentenza storica in Lombardia: vietate le preghiere nei capannoni, addio moschee abusive

Giulio Bucchi
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La chiusura delle moschee abusive in Italia da oggi è più vicina. È l'effetto della sentenza del Tar della Lombardia che la Lega ha già accolto esultando, definendola "storica". Il tribunale è rigettato il ricorso di una associazione islamica di Cantù contro la decisione del Comune di non consentire l'organizzazione della preghiera islamica di fine Ramadan in uno stabile di via Milano. Nella sentenza, scrive l'agenzia Adnkronos, si stabilisce che un capannone industriale non può essere utilizzato come "luogo di culto", dove pregano centinaia di persone in occasione delle diverse "feste religiose". L'alta affluenza, infatti, rende necessario il rilascio di un "permesso di costruire" specifico per i luoghi di culto e assente in questo come in molti altri casi in Italia. "Siamo di fronte a una importantissima pronuncia - commenta l'assessore al Territorio e Protezione civile di Regione Lombardia, Pietro Foroni - la cui portata non potrà essere sottovalutata da tutti gli amministratori comunali alle prese con situazioni similari e che non potranno più fare finta di nulla davanti alla legge regionale sui luoghi di culto e ai finti centri culturali che in realtà sono vere e proprie moschee con relativi mutamenti di destinazione d'uso non autorizzati in ordine agli immobili utilizzati". "Finalmente - ha detto il sottosegretario agli Interni Nicola Molteni, leghista - è stata ripristinata la legge e la legalità. La sicurezza dei canturini ha sconfitto l'arroganza e la prepotenza di chi utilizzava un capannone industriale come moschea".

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