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Manovra, così Luigi Di Maio e il M5s regalano soldi agli immigrati

Davide Locano
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I grillini festeggiano. Parlamentari e attivisti M5S si sono ritrovati ieri sera, verso le 21.30, davanti a Palazzo Chigi con tanto di bandiere del Movimento per gioire: hanno vinto un braccio di ferro con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria. La manovra finanziaria del 2019 sarà all'insegna del deficit. Precisamente 2,4%. Che tradotto significa qualcosa come 28-30 miliardi. Una marea di soldi, quasi 20 più di quelli preventivati con l'Europa, per riempire le tasche dei fannulloni. Di Maio, dopo una giornata frenetica fatta di incontri e fumate nere, si è cimentato in quello che gli riesce meglio: scrivere su Facebook e su Twitter. Cosa? «Restituiamo il futuro a 6 milioni di persone» con il reddito di cittadinanza, via libera anche alle pensioni di cittadinanza. La festa grillina puà iniziare. Peccato che i grillini, con questa mossa, la festa la faranno a noi. Leggi anche: "I mercati se ne faranno una ragione": la bordata di Salvini Il debito pubblico toccherà nuovi record, senza tuttavia creare le condizioni per diminuirlo. Un conto se lo Stato si indebita per tagliare le tasse, come per esempio sta provando a fare Macron, un altro è se concedi mance a persone, le quali non hanno intenzione di generare Pil. Tanto c'è Pantalone, ovvero i 23 milioni di italiani che lavorano, versano tasse e contribuiti. La proposta dei Cinquestelle è purtroppo chiara: 780 euro a chi si trova senza un'occupazione. Senza un termine prefissato. L'unica condizione è che accettino una delle tre offerte di lavoro che gli si potrebbero presentare. Eh... E se nessuna azienda li cercasse? E se l'impresa fosse a 50 chilometri dall'abitazione del disoccupato, limite stabilito dalla proposta grillina? Siamo alla follia. Un terzo dei «6 milioni» che beneficeranno del reddito di cittadinanza sono stranieri. Ed è inutile che il vicepremier pentastellato continui a dire che la misura andrà solo agli italiani. Le leggi e parecchie sentenze hanno certificato in lungo e in largo che non puoi escludere un immigrato, regolare o addirittura profugo. I rifugiati sono stati ammessi anche al bando per il servizio civile. Dove vogliamo andare... FARE INCAZZARE Non parliamo poi della pensione di cittadinanza. Chi non ha mai versato un contributo previdenziale riceverà un assegno quasi pari a quello di un commerciante, artigiano, agricoltore che invece ha lavorato (tanto) e onorato i suoi impegni con l'Inps. Che messaggio sociale è? Fate nero, tanto riceverete una rendita lo stesso... E poi come si fa a pagare gente cosiddetta povera, se lo Stato non ha un'anagrafe dell'assistenza? Ci sono persone che incassano invalidità civile dall'Inps e oboli familiari dal Comune o dalla Regione. Nessuno però sa con certezza quanti assegni vengono staccati dai vati enti. Rischiamo di concedere un aiuto finanziario a chi già lo riceve. Stranieri compresi. L'Italia farà incazzare gli investitori internazionali, chiamati ogni anno a comprare parte dei 400 miliardi di titoli di Stato, non perchè il rapporto deficit-Pil sarà al 2,4%. Ma perchè questo innalzamento del debito è figlio di un innalzamento della spesa pubblica. Non di più investimenti. Guardate gli Stati Uniti: Trump sta portando il rosso dell'America a livelli record. Però ha tagliato di brutto le tasse, cerca di riportare le società in patria e ha varato un mega piano infrastrutturale. Risultato: l'economia a stelle e strisce - dato di ieri - è cresciuta nel secondo trimestre del 4,2%, il top degli ultimi 4 anni. VERSO LE EUROPEE Certo, nella manovra ci sono anche misure positive. La flat tax al 15% per i professionisti e i piccoli imprenditori fino a 65mila è buona cosa. E poi c'è la riforma della legge Fornero, che di fatto abbassa l'età di uscita dal mondo del lavoro per chi ha versato oltre 40 anni di contributi: un atto di giustizia, dato che il problema dell'Inps non è previdenziale, ma assistenziale. Il sistema pensionistico è in grado di sorreggersi, con fatica, ma ce la fa. È il welfare il vero dramma. Soldi a tutti, grazie all'Irpef raccolta presso i lavoratori. Bisognava intervenire in questa giungla di mance prima di ipotizzare l'introduzione del reddito di cittadinanza. E invece no. Si spreca. È evidente che questa manovra è elettorale, in vista delle Europee di maggio 2019. Più la Ue storcerà il naso e più i famosi “mercati” faranno salire lo spread, più M5S e Lega si fregheranno le mani in vista del voto. Dopo le elezioni però che faremo? Le bollette intanto aumentano, 100 euro in più a famiglia. E i cosiddetti poveri citati da Di Maio non pagheranno nemmeno quelle, visto che le tariffe crescono anche perchè c'è un mare di gente morosa. Ma ai grillini non interessa. Cantano e ballano. Tanto la festa la paghiamo noi. di Giuliano Zulin

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