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Alfonso Bonafede sputtanato da Beppe Grillo, il brutto sospetto sul ministro M5s e il processo per vilipendio

Caterina Spinelli
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Alfonso Bonafede, alla guida del ministero della Giustizia nel governo pentaleghista ci è arrivato grazie al suo maestro Beppe Grillo. Così, per essere riconoscente - secondo Il Giornale - ha pensato di fare uno strappo alla regola: ieri, mercoledì 10 ottobre, il Guardasigilli ha firmato nove autorizzazioni a procedere per il reato di vilipendio, si tratta di presunte offese al Capo dello Stato o alle istituzioni costituzionali. Tra i nomi degli accusati spunta anche lui, il fondatore del Movimento. Leggi anche: I favoritismi di Bonafede, ora tocca al padre di Di Battista Fin qui tutto normale, peccato che a rovinare i piani di Bonafede ci abbia pensato Grillo, che ha reso noto sul proprio blog personale la comunicazione da parte dell'allievo: "Al ministero abbiamo dato un'occhiata alle richieste di autorizzazione a procedere giacenti.... Ah, interessante ma perché lo starà dicendo proprio a me? C'era anche il tuo nome, Grillo Giuseppe, nel 2014 ti hanno denunciato perché hai detto: Napolitano non deve dimettersi, deve costituirsi. Reato di vilipendio. Ho concesso l'autorizzazione". Leggi anche: Claudio Martelli devasta Bonafede, ecco cosa gli dice Come sia veramente andata la vicenda non ci è dato saperlo, ma il quotidiano ipotizza che la versione veritiera sia proprio quella di Grillo. In tal caso Bonafede non solo avrebbe mentito, ma avrebbe anche fatto grandi differenze, visto che l'accusa di vilipendio è stata avanzata anche a Matteo Salvini, eppure lui non è stato informato. 

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