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Luigi Di Maio, l'imbarazzo del grillino quando cita i leghisti e i sovranisti: gli attivisti lo fischiano

Gino Coala
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Prima che intervenisse Beppe Grillo sul palco di Italia 5 Stelle a Roma, nessuno dei big grillini che è intervenuto ha osato pronunciare la parola "Lega", né tanto meno citare il nome di Matteo Salvini. Lo stesso Luigi Di Maio, intervenuto poco prima del comico genovese, ha fatto una fatica enorme a evitare l'evocazione dell'alleato di governo, provando a usare una serie di formule alternative come uno slalom complicatissimo. Leggi anche: Di Maio, Bisignani smaschera il disastro del ministro grillino: il peggiore dei disastri Di Maio ha dovuto fare i conti da subito con l'umore più profondo della pancia del Movimento. Il segnale lampante gli è arrivato quando ha parlato delle prossime elezioni Europee: "Quando saremo vero ago della bilancia nel Parlamento europeo". In quel passaggio ha citato i "sovranisti", scatenando prima brusii e poi veri e propri fischi e urla di protesta. Tanto che lo stesso grillino ha dovuto invitare alla calma il pubblico di attivisti. E così il suo discorso è andato avanti sudando freddo ogni volta che sfiorava il tema del governo, i rapporti con i leghisti e con il suo leader Matteo Salvini. Fino a che non è arrivato Beppe Grillo, che ha fatto da valvola di sfogo arrivando addirittura ad elogiare Salvini che, nonostante sia un politico di professione, ha il merito della "lealtà".

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