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Silvio Berlusconi vittima del ricatto M5s sulle frequenze tv: perché Salvini è in difficoltà

Gino Coala
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I rapporti tra Lega e M5s rischiano di toccare un nuovo livello di rottura dopo l'ultimo annuncio da sponda grillina che suona tanto di minaccia nei confronti dei leghisti, attraverso un attacco diretto a Mediaset. Il timore in casa pentastellata che Matteo Salvini possa giocare brutti scherzi in virtù del buon rapporto con Silvio Berlusconi non è mai svanito, anzi è diventato terrore dopo l'ultimo incontro tra i due alleati di coalizione, quando hanno provato a trovare un nuovo chiarimento soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali. Leggi anche: Salvini, in Toscana candida Paolo Del Debbio: l'ultimo schiaffo al Cav Una Lega troppo vicina alle posizioni di Forza Italia toglie il sonno a Luigi Di Maio e alla sua cerchia, da qui la necessità di minare il campo per evitare che l'alleato leghista vada fuori dal tracciato del contratto di governo. Per ora c'è solo un annuncio, ma tanto basta: un emendamento al ddl Bilancio, che sarà presentato entro il fine settimana, punta a "superare la legge Gasparri" sul nodo delle frequenze tv per il digitale terrestre. Sulla carta, spiega la deputata grillina Mirella Liuzzi che sia in commissione Trasporti che Vigilanza Rai, il provvedimento punta a "mettere ordine alla spartizione delle frequenze dovuta alla liberalizzazione della banda 700 mhz per il 5G e soprattutto viene incontro alle esigenze della Rai e degli utenti di non dover cambiare l'antenna della propria abitazione". In realtà però l'emendamento si inserisce in un discorso ben più articolato di redistribuzione delle risorse economiche, da dividere tra tv locali e commerciali. Dopo la legge di Bilancio 2018, lo Stato ha incassato dall'asta delle frequenze liberate e destinate agli operatori telefonici ben 6,55 miliardi di euro. Di questi, 1,25 erano già a bilancio dello Stato e quest'anno i broadcaster del digitale terrestre si aspettavano un indennizzo e un nuovo pacchetto di frequenze. Nel frattempo l'Agcom aveva fatto dei rilievi, chiedendo più spazio al servizio pubblico, quindi alla Rai. E l'emendamento M5s va proprio in quella direazione, penalizzando di fatto Mediaset, oltre a La7, Sky e Discovery Italia. La grillina Liuzzi quindi ha lanciato una proposta agli operatori tv sostanzialmente rimasti a bocca asciutta, anche se sembra quasi un ricatto. Se anche Mediaset vuole quelle frequenze: "può partecipare all'asta che non va a rilanci, quindi, ipotizzo che non ci sarà spesa molto grande, mentre forse ci si aspettava che fossero date in base a non si sa quali criteri...". L'insinuazione è chiara, così come il vicolo cieco in cui è stata messa la Lega: spalleggiare l'alleato di governo o non danneggiare il vecchio alleato Berlusconi. Insomma, altra benzina sul fuoco del governo.

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