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Luigi Di Maio sfascia il M5s: "A questo punto meglio il Pd", la rivolta nella fronda

Giulio Bucchi
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La "svolta" di Luigi Di Maio spacca il Movimento 5 Stelle ancora di più. Il capo politico ha annunciato l'apertura alle "alleanze locali con liste civiche" e regole ferree per le candidature alle Europee. Uno scatto in avanti che ha sorpreso anche Casaleggio e che indispettisce i parlamentari, convinti che da Movimento orizzontale i 5 Stelle siano diventati in pochi mesi il "partito di Di Maio". "Dovevamo essere meglio dei partiti, superarli. Ammettiamolo: non siamo riusciti a realizzare la democrazia diretta", si sfoga sul Quotidiano nazionale la senatrice Paola Nugnes, vicina a Roberto Fico e ormai storica frondista grillina. Leggi anche: "Senza di noi, Berlusconi...". Di Maio torna a parlare dopo il disastro: il suo punto più basso Parla di "verticismo esasperato": "A questo punto - provoca, amareggiata -, meglio i partiti tradizionali nella loro organizzazione interna che tanto osteggiavamo". L'immagine è alla Bersani, la mitologica mucca nel corridoio. Di Maio vuole ristrutturare? "Va bene, ma parliamone, discutiamo. Sono processi che hanno bisogno di tempo, ci vuole anche autocritica, mentre qui c'è un elefante rosa e si fa finta di non vederlo". Alla fine, però, si torna sempre al peccato originale: il governo con la Lega. "Quali sono i nostri valori non lo so più. Dicevamo: Mai coi vecchi partiti. E poi governiamo col partito più vecchio del Parlamento!". La Nugnes, insieme ad altri colleghi, si sente abbandonata dal Movimento: "Credevo che essere né di destra, né di sinistra significasse andare oltre i vecchi schemi. Ma gli ideali restavano quelli di sinistra: l'ambientalismo, i beni comuni, l'uno vale uno, non lasciare mai nessuno indietro. Ormai ci si sposta di qua o di là a seconda della convenienza, senza sapere dove andare"

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