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Giorgia Meloni demolisce Bruxelles: "Perché la democrazia in Europa è un inganno"

Davide Locano
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Pubblichiamo l' intervento di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d' Italia, al Conservative Political Action Conference, il raduno dei conservatori americani, la base del partito Repubblicano. Allo stesso appuntamento è intervenuto il presidente Usa, Donald Trump. Innanzitutto grazie per questo invito, è per me davvero un onore essere qui su questo palco oggi, da italiana e da europea, a ragionare con l' American Conservative Union di temi che sono fondamentali per il futuro di tutti noi. In questo dibattito riguardo la democrazia in Europa e Venezuela, voglio ricordare come il partito che presiedo, Fratelli d' Italia, è in prima linea nel sostenere la causa della libertà del popolo venezuelano dal dittatore comunista Maduro. Abbiamo portato la protesta dei venezuelani democratici, tra i quali una foltissima comunità di origini italiane, fino a dentro le aule parlamentari cercando di spingere il governo italiano a prendere una posizione chiara a sostegno di Guaidó e della legalità costituzionale ma purtroppo tuttora il governo italiano, ostaggio di alcuni suoi membri ideologicamente di sinistra, si dichiara neutrale nella questione venezuelana. Un atteggiamento grave e inaccettabile che abbiamo denunciato con forza. Perché non si può essere neutrali tra la tirannide e la libertà. Mai. E nessuno più di chi è erede della cultura greca e romana dovrebbe saperlo. (...) In Venezuela, certo, ma anche in Europa dove ci troviamo a combattere una diversa battaglia per la libertà, meno eclatante ma ugualmente vitale per i nostri popoli. Mi riferisco alla deriva antidemocratica che sta vivendo l' Unione Europea. Pochi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale, sei Stati europei decisero di avviare un percorso di integrazione e rafforzare attraverso la prosperità e il benessere la convivenza pacifica tra nazioni che spesso si erano fatte la guerra. Una scelta giusta e saggia. Infatti da quel momento in poi un numero sempre maggiore di Nazioni chiese di aderire alla Comunità Economica Europea fino a raggiungere le dimensioni dell' attuale Unione Europea. Ma poi qualcosa si è incrinato. Perché, se fino a pochi anni fa le nazioni facevano di tutto per entrare nel club europeo oggi invece molti pensano di uscirne e il Regno Unito lo ha già fatto? E perché crescono sempre di più movimenti, come quello che presiedo, che invocano il recupero delle sovranità nazionali e un ridimensionamento del ruolo dell' Unione Europea? (...) E la risposta che ci siamo dati è semplice: la crisi dell' Unione europea è una crisi di democrazia e di sovranità popolare. Il sistema democratico europeo è basato sugli Stati nazionali: è qui che il popolo sceglie i propri rappresentanti in parlamento e ha modo di decidere i propri governi. Ma il potere decisionale in ambito economico, monetario, legislativo è sempre meno nelle mani degli Stati e sempre più in quelle dei burocrati europei. Anche se questi non hanno alcuna legittimazione democratica. La democrazia in Europa è diventata un inganno: i cittadini possono votare per istituzioni che non hanno il potere di decidere, mentre il loro voto non conta nulla nel funzionamento delle istituzioni che detengono il vero potere nel vecchio continente. Si vota il Parlamento europeo, certo, ma di tutte le istituzioni europee è quello che conta di meno e con meno poteri. Un altro inganno per i popoli europei. Questa entità sovranazionale e non democratica ha imposto alle nazioni europee le scelte delle élite mondialiste e nichiliste volute dalla grande finanza: una immigrazione incontrollata per distruggere le identità europee e importare mano d' opera a basso costo; una politica di austerità che ha indebolito l' economia reale e rafforzato gli speculatori finanziari; un globalismo senza regole che danneggia la produzione e il lavoro locali e favorisce le multinazionali; la sistematica distruzione di tutto l' assetto valoriale della nostra civiltà. Questo è diventata l' Unione Europea. SFIDA A FRANCIA E GERMANIA (...) Ecco, è a questa Unione Europea che i popoli si stanno ribellando, non alla volontà di unione dei popoli europei. E nelle prossime elezioni europee di maggio si arriverà allo scontro finale. Da un lato l' Europa dei Macron e delle Merkel, di chi vuole sempre maggiore cessione di sovranità dagli Stati nazionali verso i tecnocrati europei, di chi citando a sproposito la storia americana si riempie la bocca di espressioni come "Stati Uniti d' Europa". Non sanno di cosa parlano. Quello che rende l' America grande è il fatto che prima di tutto avete saputo riconoscere e affermare con forza le vostre comuni radici culturali e religiose, che rappresentano ieri come oggi il vostro destino comune. Dopo di queste avete messo in comune i debiti dei vari Stati e subito dopo ci avete creato una moneta per tutti. Avete creato una grande cornice nazionale, con un grande patriottismo, sapendo sempre valorizzare le diversità. Quelli che invece vogliono imporci gli Stati Uniti d' Europa vogliono distruggere la nostra identità e la nostra civiltà per renderci indefiniti cittadini del mondo e perfetti consumatori di merci. A chi vuole gli United States of Europe noi rispondiamo che vogliamo "a United Europe of States". Una grande confederazione di Stati nazionali liberi e sovrani, capaci di cooperare su alcune grandi materie: immigrazione, sicurezza, mercato unico, difesa, politica estera; ma liberi di autodeterminarsi su tutto ciò che può essere meglio deciso a livello nazionale e locale. È questo il modello a cui tanti movimenti conservatori e patriottici stanno lavorando: abbattere questa Unione Europea per salvare l' unione delle nazioni europee e riconsegnare la sovranità ai popoli europei oggi usurpata dai tecnocrati e dai burocrati asserviti alla visione mondialista. Una battaglia molto vicina a quella che da anni conduce l' American Conservative Union negli Stati Uniti. (...) In Europa e in tutto il mondo occidentale, ci troviamo in una condizione assurda. Formalmente viviamo liberi in Stati democratici, eppure ogni giorno di più abbiamo la sensazione che questa libertà formale si possa esercitare soltanto dentro a un recinto sempre più stretto. Viviamo una sorta di dittatura soft del politicamente corretto, del pensiero debole, del relativismo culturale. I grandi media mainstream, alcune grandi multinazionali della comunicazione, alcuni grandi finanzieri, sono i sacerdoti e allo stesso tempo i gendarmi di questo pensiero unico dominante. Chi osa opporsi viene condannato, censurato, boicottato. Se ci fate caso, tutto ciò che ci definisce è sotto attacco. (...) Ci raccontano la menzogna che la famiglia non è quella naturale, composta da un uomo e una donna con i loro figli, ma è qualsiasi forma di aggregazione umana. Ci vogliono senza una identità religiosa e pretendono che rinneghiamo le nostre radici cristiane. Addirittura, in nome di una presunta tolleranza, in Italia si accetta di rimuovere i simboli della cristianità dai luoghi pubblici mentre in diverse nazioni europee si consente alle comunità islamiche di vivere seguendo la sharia. Ci vogliono senza identità sessuale, non più uomini e donne, ma individui che scelgono se essere maschi, femmine o altro, a loro piacimento. (...) Ci vendono come libertà la diffusione della droga ad ogni livello, che rende le persone incapaci di reagire e distrugge milioni di vite e di famiglie. Ci vendono come libertà l' inciviltà dell' utero in affitto: coppie omosessuali che pagano una donna, sfruttando le sue difficoltà economiche, per tenere nel suo grembo un figlio che le sarà strappato alla nascita. LA DIFESA DELLA VITA Ci vendono come libertà la mostruosità criminale della legge voluta dai Dem nello Stato di New York sull' aborto fino al nono mese. Sono felice di aver ascoltato dal Presidente Trump al Congresso parole chiare su questa barbarie e voglio dirgli che siamo al suo fianco in questa battaglia! Al contrario, non c' è libertà per chi voglia proteggere la vita. In Europa è diventata famosa la vicenda del piccolo Alfie Evans, un bimbo britannico di un anno e mezzo affetto da una rara malattia. I suoi genitori hanno lottato contro i medici dell' ospedale in cui era ricoverato per impedire che venissero staccate le macchine che lo tenevano in vita. Quella vita che i giudici avevano definito "futile". A nulla è servita anche la mia battaglia che ha portato a riconoscere al bambino la cittadinanza italiana, così da poterlo trasferire in Italia e provare a curarlo. Non c' è stato tempo, la cultura della morte aveva già deciso, le macchine sono state staccate. Alfie è morto. Ma si può definire civiltà quella che spende molte più energie a cercare strumenti per favorire la morte di quante ne spenda per promuovere la vita? Io dico di no. DIRITTO A NON EMIGRARE Ma libertà per noi è anche opporsi alla narrazione progressista sulle migrazioni. Ci attaccano perché diciamo che emigrare non è un diritto fondamentale. Noi la pensiamo come Papa Benedetto XVI, il vero diritto da tutelare è quello a NON emigrare. Ogni popolo ha diritto a vivere nella propria terra senza essere sradicato, conservando la propria identità. E ogni popolo ha tutto il diritto di decidere chi far entrare a casa sua e chi no. A questo servono i confini. E se per difenderli servono muri, allora vanno costruiti muri. Se serve un blocco navale va fatto un blocco navale. (...) Per questo ci siamo battuti contro il Global Compact for Migration delle Nazioni Unite, un documento pericoloso che punta a distruggere i confini e gli Stati, e che molti governi, tra cui quello del Presidente Trump, hanno giustamente scelto di non firmare. (...) Libertà per noi è anche il diritto di ogni persona a proteggere se stessa, la propria famiglia e i propri beni dalla criminalità. Conosco bene il dibattito che da tempo attraversa la società americana sul secondo emendamento. Pensate che in Italia, dove abbiamo norme molto più restrittive della vostra sul rilascio delle armi, la sinistra continua ad opporsi ad una legge che vogliamo noi e che dica una cosa molto chiara: la difesa è sempre legittima. Noi crediamo che la sicurezza debba essere garantita dallo Stato ma, se lo Stato non riesce a farlo pienamente, il cittadino nella propria abitazione deve avere il diritto di difendersi da solo senza subire le conseguenze di processi e condanne. (...) E libertà è anche difesa della sicurezza nazionale. Per questo condividiamo le preoccupazioni del Presidente Trump sulla penetrazione cinese nella nostra economia e sui rischi che potranno derivare dall' ingresso sul mercato della telefonia 5G di grandi compagnie sostenute dal governo cinese. (...) Fratelli d' Italia è anche l' unico partito nel nostro Paese che ha il coraggio di affermare la necessità di aumentare le spese militari. (...) "Si vis pacem para bellum", se vuoi la pace preparati alla guerra, dicevano i latini, perché il modo più efficace di assicurare una pace duratura è quello di essere armati e in grado di difendersi. La sinistra inorridisce a sentire queste parole, ma la loro falsa morale non ci interessa. Noi amiamo ciò che difendiamo: la nostra patria, la nostra famiglia, la nostra libertà, la nostra identità. E per questi ideali ci batteremo fino alla fine. di Giorgia Meloni

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