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Luigi Di Maio burattino, chi c'è dietro davvero la retromarcia M5s: la fine politica di un capetto

Giulio Bucchi
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Un golpe nel Movimento 5 Stelle, e la vittima è Luigi Di Maio. Il leader politico, il più governista tra i grillini, è rimasto vittima del diktat a tenaglia di Roberto Fico e Davide Casaleggio sulla Tav: avanti con il "no", anche a costo di schiantarsi contro quell'iceberg chiamato crisi di governo. Leggi anche: "Lunedì cade la Appendino". Di Maio, sfogo disperato: il tracollo del M5s Il brusco cambio di linea, dalla mediazione al muro contro muro, secondo il Giornale è stato imposto per evitare una spaccatura letale in Parlamento (i duri e puri del presidente della Camera Fico sono i più vicini ai No Tav, e soprattutto al Senato cedere sul Sì significherebbe una frattura insanabile che precluderebbe ogni scenario di eventuale futura "maggioranza riparatrice" con il Pd). Meglio uniti, senza la Lega, che divisi insieme a Matteo Salvini, insomma. Secondo punto, nel medio-lungo termine: sondaggi alla mano, alla Casaleggio Associati hanno notato verificato come la linea trattativista di Di Maio, succube della Lega, abbia portato a un tracollo elettorale (concretizzato peraltro da tutti test regionali e amministrativi). E alla fine, il "capetto per finta" di Pomigliano d'Arco non ha potuto che chinare il capo.

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