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Matteo Salvini, la sfida estrema di Conte: "Caso chiuso, vedrete che la Lega...". Il premier verso il burrone

Giulio Bucchi
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"Per me Siri è un caso chiuso". Se Giuseppe Conte voleva stemperare la tensione con la Lega, forse ha scelto le parole sbagliate. Il premier ha ritirato le deleghe al sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione, e porrà la questione al voto nel prossimo CdM. Una accelerazione che ha fatto infuriare Matteo Salvini (che pure ha smentito i retroscena su una sua "fiducia persa" in Conte) e soprattutto tutto il Carroccio, ora sul piede di guerra con premier e Movimento 5 Stelle. Ma per Conte, spiega il Corriere della Sera, il tema del sottosegretario "non è più all'ordine del giorno, quello che dovevo dire e fare è stato detto e fatto, ho preso una decisione e l'ho comunicata". Leggi anche: Lega, la gola profonda a Libero e il retroscena su Siri. "Di Maio la pagherà cara" Non solo: l'avvocato del popolo sarebbe a sua volto stizzito per la "mancanza di senso istituzionale" dimostrata a suo dire proprio dalla Lega. "Non resta che aspettare, e nessuno veramente crede a una crisi prima del voto europeo per una poltrona", spiegano dallo staff di Palazzo Chigi. Vale a dire, il grillino Rocco Casalino. E non è un caso che queste frasi ricalchino quanto detto sabato dal capo dei 5 Stelle, Luigi Di Maio. Tutti, nel Movimento, continuano ad auspicare che si arrivi al CdM di metà settimana con le dimissioni di Siri sul tavolo, ma dalla Lega nulla sembra muoversi in questa direzione. A quel punto, anche la calma olimpica ostentata da Conte potrebbe saltare per aria, come i piani del governo. 

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