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Bagheria, il Sindaco M5S in caserma. L’accusa “abuso d’ufficio e falso”

Fabrizio Cinque, sindaco di Bagheria, ha annunciato la sua autosospensione dal M5S: era stato obbligato ad andare a firmare in caserma, una volta al giorno, dal lunedì al venerdì, poi il gip ha revocato l’obbligo.

Un’ intercettazione dei carabinieri ha svelato quello che il giudice di Termini Imerese Michele Guarnotta chiama “accordo collusivo”: un patto fra il primo cittadino di Bagheria e il presidente dell’associazione sportiva Nuova Aquila Palermo, Salvatore Rappa:

Facciamo quella convenzione là e ci presentiamo, quindi dovrebbe essere fatto su misura per noi, vediamo se mantiene la parola 

Il partenariato pubblico-privato doveva essere il percorso più adatto per avere la meglio sugli altri concorrenti e aggiudicarsi la gestione della struttura sportiva intitolata al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e alla moglie Emanuela Setti Carraro. Poco prima, Cinque aveva affrontato la questione con l’ex commissario straordinario della provincia regionale di Palermo, Manlio Munafò. «Noi non ne abbiamo problemi, appena fate l’avviso eh… noi comuni insieme… ad Aquila Palermo… facciamo, partecipiamo all’avviso… insieme al partenariato». Anche Munafò è finito nella lista degli indagati. Ancora il sindaco di Bagheria che parla con Rappa:

«Ho visto che hanno pubblicato adesso quel famoso avviso pubblico quindi se ci vediamo al più presto lo leggiamo e vediamo come partecipare».

Ma poi l’accordo saltò, per l’arrivo del sindaco Orlando, intanto diventato presidente della città metropolitana. Orlando voleva vederci chiaro e parlarne con qualcuno di attento e competente all’interno del municipio.

Non solo questo, ma di mezzo ci sarebbe anche la gestione dei rifiuti: si parla dell’affidamento milionario del servizio di raccolta rifiuti, uno dei più grandi appalti assegnati in questi anni dal Comune.  La grande accusatrice è stata l’ex capo dell’ufficio tecnico Laura Picciurro, sentita più volte dai carabinieri.

La Procura di Termini si spinge a ipotizzare i reati di abuso d’ufficio e falso a carico di Cinque e dell’assessore Fabio Atanasio. Secondo la Procura infatti avrebbero tentato di favorire l’impresa Ecogestioni di Michele Raspanti (anche lui indagato) prima fornendo “informazioni privilegiate” sulla gara imminente, poi prorogando o rendendo non perentori i termini per la presentazione delle offerte a vantaggio proprio di questa società.  Questo comportamento avrebbe penalizzato altre tre imprese concorrenti.

Ma l’appalto è stato poi affidato a una quinta impresa, la Tech appunto, che aveva presentato in tempo utile la migliore offerta. Un servizio costato tre milioni di euro, per la durata sei mesi, affidato alla ditta Tech, al quale il Comune guidato dal sindaco Patrizio Cinque ricorse nell’aprile del 2015.

Secondo il gip del tribunale di Termini, Michele Guarnotta si tratta di 

“Anomalie, irregolarità, illegittimità procedurali, di procedura totalmente informale e per di più adottata con ordinanze contingibili e urgenti”

anche se il presupposto che le avrebbe giustificato, “il volontario recesso dal consorzio Coinres da parte dello stesso Comune” non può essere considerato “un evento imprevedibile”. Insomma, scrive il gip, quell’affidamento viola la legge: esattamente il decreto legislativo 152 del 2006.