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Svelato il mistero dei 101 franchi tiratori. “Fu Renzi a beffare Prodi”

Ha del clamoroso l’altarino svelato da Gennaro Quagliariello su Matteo Renzi, nel suo nuovo libro “Scena e retroscena di una legislatura spericolata”.

L’accusa è rivolta al Segretario del PD e rischia di far esplodere un’altra bomba all’interno del partito. Si tratta della scelta (che Quagliariello attribuisce a Renzi) di affossare volutamente la candidatura prima di Franco Marini, poi di Romano Prodi a Presidente della Repubblica grazie ai famigerati 101 franchi tiratori:

Tra i grandi elettori non c’è Renzi. Il giovane virgulto però è attivissimo… In un capannello in Transatlantico, Alfano ci racconta di averlo sentito al telefono e di aver ascoltato una voce beffarda assicurare che avrebbe dato tutto il suo contributo alla giubilazione di Prodi.

Quagliariello fa un ritratto di Renzi perfido e calcolatore:

Ha l’inattitudine assoluta a concepire accordi[…]. Ha scalzato Enrico Letta con un disegno cinico, lucido, predeterminato.

Renzi avrebbe poi rotto il patto con Berlusconi e il PD puntando diritto su Mattarella, allora giudice costituzionale. Napolitano provò in tutti i modi a scongiurare lo strappo:

Mi confida che aveva pregato Renzi affinché organizzasse una cena informale con Berlusconi e Amato, per far presente loro l’impossibilità politica di far convergere il Pd sulla candidatura di quest’ultimo

Altro aneddoto racchiuso nel libro dell’ex ministro è quello sulla decadenza di Silvio Berlusconi dal Senato.
Ad agosto 2013, non appena la Cassazione ha reso irrevocabile la condanna al processo Mediaset, diversi dirigenti del Pdl sono accorsi a palazzo Grazioli per avvertire Berlusconi. È stato lì che Quagliariello ha detto di aver visto “per la prima volta” un Alfano in lacrime.