Palazzo Adriano, strade e spazi pubblici in memoria delle vittime di mafia

PALAZZO ADRIANO – Una giornata dedicata al ricordo, per rinnovare la memoria nei cittadini di Palazzo Adriano e nelle giovani generazioni, di pagine dolorose che la criminalità mafiosa ha scritto nella storia del Paese e della Sicilia, è in programma domenica 18 novembre a Palazzo Adriano.

La Commissione Straordinaria del Comune di Palazzo Adriano ha scelto di realizzare un intervento toponomastico dedicando delle aree pubbliche del piccolo centro dei Sicani alla memoria di uomini delle istituzioni caduti per mano mafiosa e a vittime innocenti di efferati crimini perpetrati da “Cosa nostra”.

Il Piazzale antistante l’ex Stazione FF.SS., sui cui insiste l’immobile che sarà destinato alla nuova sede della locale Stazione dei Carabinieri, verrà intitolato alla memoria del Generale dell’Arma dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa, il Prefetto della Repubblica ucciso a Palermo il 3 settembre del 1982, vittima di un agguato mafioso insieme con la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Al Vice Questore Antonino Cassarà sarà dedicata la via compresa tra la strada statale 188 e la via Ospedale Vecchio: il vice dirigente della Squadra mobile palermitana, ucciso barbaramente il 6 agosto 1985 in un agguato mafioso insieme al poliziotto Roberto Antiochia, verrà ricordato per l’impegno in prima linea nella lotta alla mafia siciliana e per le fondamentali indagini da lui condotte, che diedero la possibilità di svelare l’organigramma di “Cosa nostra” palermitana e diventarono un indispensabile patrimonio per l’istruzione del Maxi Processo. Il Parco giochi per bambini di Viale Vittorio Veneto verrà intitolato alla memoria dei fratelli Giuseppe e Salvatore Asta, vittime innocenti di mafia, morti con la madre Barbara Rizzo nella strage di Pizzolungo il 2 aprile 1985. I gemellini dell’età di sei anni furono massacrati dall’esplosione di un’auto bomba posta da “Cosa nostra” lungo il percorso che il Giudice Carlo Palermo percorreva quotidianamente e che quel giorno li avrebbe condotti a scuola. La sala lettura della Biblioteca Comunale di via XX Settembre porterà il nome del giornalista siciliano Mario Francese, cronista autentico e coraggioso nel ricercare la verità, ucciso la sera del 26 gennaio 1979. Francese fu il primo ad aver compreso e ricostruito l’evoluzione strategica delle più complesse e rilevanti vicende di mafia degli anni Settanta e i nuovi interessi della mafia corleonese, una mafia che contava sempre più sull’appoggio della classe politica e delle istituzioni.

La cerimonia, che avrà inizio alle 10.30 presso il Museo Nuovo Cinema Paradiso, sarà aperta con la presentazione del libro “Un morto ogni tanto” di Paolo Borrometi, giornalista d’inchiesta che da anni denuncia gli intrecci tra mafia e politica e gli affari sporchi che fioriscono all’ombra di quelli legali: dallo sfruttamento e la violenza che si nascondono dietro la filiera del pomodorino Pachino Igp alla compravendita di voti, dal traffico di armi e droga alle guerre tra i clan per il controllo del territorio. Le inchieste raccolte nel primo libro del giovane cronista, costretto a una vita sotto scorta per le minacce di morte ricevute dai boss, compongono il quadro chiaro e allarmante di una mafia sempre sottovalutata e in realtà più pervasiva di sempre, una denuncia senz’appello, filtrata dallo sguardo, coraggioso e consapevole, di un giornalista in prima linea.