Marcos Evangelista de Moraes CAFU
"Pendolino"

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(dal sito www.acmilan.com)



Scheda statistiche giocatore
  Marcos Evangelista de Moraes CAFU

Nato il 07.06.1970 a San Paolo (BRA)

Terzino (D), m 1.76, kg 74

Stagioni al Milan: 5, dal 2003-04 al 2007-08

Soprannomi: “Pendolino”

Proveniente dalla Roma

Esordio nel Milan in gare amichevoli il 27.07.2003: Milan Bianco vs Milan Rossonero 1-0

Esordio nel Milan in gare ufficiali e in Supercoppa Italiana il 03.08.2003: Juventus vs Milan 6-4 d.c.r.

Ultima partita giocata con il Milan il 18.05.2008: Milan vs Udinese 4-1 (Campionato)

Totale presenze in gare ufficiali: 166

Reti segnate: 4

Palmares rossonero: 1 Supercoppa Europea (2003), 1 Scudetto (2004), 1 Supercoppa Italiana (2004), 1 Champions League (2007), 1 Mondiale per Clubs (2007)

Esordio assoluto in Serie A il 31.08.1997: Empoli vs Roma 1-3

Esordio in Nazionale Brasiliana: nel 1990

Ultima partita giocata in Nazionale Brasiliana: nel 2006

Totale presenze in Nazionale Brasiliana: 142

Reti segnate: 5

Palmares personale: 4 Campionati Paulista (1989, 1991, 1992, San Paolo; 1996, Palmeiras), 1 Campionato Brasiliano (1991, San Paolo), 2 Coppe Libertadores (1992, 1993, San Paolo), 2 Coppe Intercontinentali (1992, 1993, San Paolo), 2 Recope Sudamericane (1993, 1994, San Paolo), 1 Supercoppa Sudamericana (1993, San Paolo), 1 Coppa delle Coppe (1995, Real Saragozza), 1 Scudetto (2000-01, Roma), 1 Supercoppa Italiana (2001, Roma), 2 Campionati del Mondo (1994, 2002, Nazionale Brasiliana), 2 Coppe America (1997, 1999, Nazionale Brasiliana), 1 Confederations Cup (1997, Nazionale Brasiliana)




Ha giocato anche con il San Paolo (A), la Juventude (A), il Real Saragozza (A), il Palmeiras (A), la Roma (A).



Dal sito www.wikipedia.it

CLUB
A 7 anni Cafu entrò nelle giovanili del Nacional e poi passò a quelle della Portuguesa e dell'Itaquaquecetuba, dove guadagnò il suo soprannone Cafu per la grande velocità che ricordava quella dell'ala brasiliana Cafuringa. Giocò anche a calcio a 5 per un paio d'anni.
Nei primi anni '80 fu rifiutato dalle giovanili di varie squadre fino a quando, nel 1988, entrò nelle giovanili del San Paolo e con cui vinse il torneo giovanile della Coppa San Paolo.
Dal 1988 al 1994 giocò nella Serie A brasiliana con il San Paolo, col quale vinse due scudetti (1991 e 1992) e due Coppe Libertadores nel 1992 e nel 1993. A dicembre 1993 conquistò a Tokyo la Coppa Intercontinentale, giocando contro il Milan, sua futura squadra. Nel 1994 venne nominato Calciatore sudamericano dell'anno.
Nel 1995, dopo aver iniziato la stagione nella Juventude, si trasferì in Spagna al Real Saragozza, con cui vinse la Coppa delle Coppe e in cui disputò 16 partite.
Nel giugno 1995, però, tornò in patria nel Palmeiras, con cui giocò due anni (19 partite la prima stagione, 16 la seconda).
Nel 1997 fu acquistato dalla Roma, con cui rimase per sei stagioni, fino al 2003. Con i capitolini vinse lo scudetto nel 2001 e la Supercoppa italiana nel 2001.
Nel 2003, a 33 anni, dopo aver pensato di trasferirsi in Giappone con gli Yokohama Marinos, passò al Milan, con cui conquistò un altro scudetto, una Supercoppa Europea e un'altra Supercoppa Italiana.
Sempre con i rossoneri nella 2006-2007 ha vinto la Champions League, unico trofeo internazionale che non aveva ancora conquistato. Le confortanti prestazioni di fine campionato hanno convinto la dirigenza rossonera a rinnovare il contratto di Cafu anche per la stagione 2007-2008, nel corso della quale il giocatore ha vinto la Supercoppa europea e la Coppa del Mondo per club.
Il 16 maggio 2008, nel corso della trasmissione televisiva Segni Particolari in onda su Milan Channel, Cafu e il connazionale Serginho hanno annunciato l'addio al Milan e il giorno seguente Cafu ha scritto una lettera aperta per salutare i suoi tifosi. Il 18 maggio ha segnato uno dei gol con cui il Milan ha sconfitto per 4-1 l'Udinese nell'ultima giornata del campionato 2007-2008.

NAZIONALE
Cafu ha giocato nella Nazionale brasiliana dal 1990 al 2006, quando ha deciso di lasciarla, detenendone il primato delle presenze. Con essa ha vinto due mondiali (1994 e 2002), è stato una volta vicecampione del mondo nel 1998, ha conquistato due Coppe America nel 1997 e nel 1999 e la Confederations Cup nel 1997 Con la maglia della Nazionale detiene il record di tre finali consecutive dei mondiali disputate: nel 1994 contro l'Italia subentrando a Jorginho nel corso della partita, nel 1998 contro la Francia e nel 2002 contro la Germania. È stato capitano della Nazionale di calcio brasiliana ai Mondiali di calcio del 2002 e del 2006.







Ai tempi della Roma


Caricatura di Cafu


(dal sito www.calciatori.com)



Dal sito www.repubblica.it
26 giugno 2002

CAFÙ, FELICE NELLA STORIA: "IO, PER PRIMO IN TRE FINALI"
Il capitano ha raggiunto un record invidiabile. "Vittoria meritata. Siamo in continua crescita"
SAITAMA - Nessuno è come lui e lui, Marcos Evangelista Cafu, adesso che la Turchia è sconfitta, può sciogliere la tensione della vigilia dentro uno dei suoi sorrisi: lui è il primo giocatore nella storia del calcio a centrare la terza finale mondiale consecutiva e prova a raccontare come si sta con un i piedi dentro la storia del pallone: "Non trovo le parole, sono felice, felicissimo siamo arrivati sin qui con grande merito e ora mi godo il successo della squadra e il mio traguardo personale", dice prima ancora di ascoltare le domande. Poi aggiunge: "Per ottenere questo risultato ho lavorato molto. Ogni giorno da quando sono arrivato in Giappone avevo in testa questo obiettivo: grandi giocatori non sono riusciti a fare quello che ho fatto io e questo mi riempie di orgoglio e soddisfazione".
Cafu però è anche il capitano del Brasile e così dopo la premessa personale, parla della squadra: "Abbiamo battuto meritatamente la Turchia, che non ci ha mai messo in difficoltà. Siamo in continua crescita, non ho mai visto una nazionale vincere sei partite su sei al Mondiale e adesso siamo pronti per vincere pure la settima, anche se la Germania è un avversario pericoloso". Da bravo leader distribuisce complimenti ai compagni: "Sono contento per Ronaldo, adesso lui sta bene e si sta riprendendo quello che la sfortuna ha cercato di togliergli". L'ultima battuta, gli serve per scansare un altro complimento su di lui: "La mia miglior partita? La migliore è quella che devo ancora giocare".
Anche Rivaldo è tranquillo. Le polemiche della vigilia sono sfumate dentro la vittoria e ora ci sono parole di comprensione persino per i turchi: "Non c'è stato alcun problema, solo la normale tensione che c'è in una qualsiasi partita di coppa in Europa. Certo, i nervi erano a fior di pelle ma tutto è andato via liscio". Poi però ha un ripensamento e una frecciata agli avversari la riserva comunque: "La nostra partita più difficile è stata quella con il Belgio, questa volta non abbiamo rischiato nulla". E adesso c'è la Germania: "Loro sono un'ottima squadra, i loro punti di forza sono il collettivo e soprattutto Kahn, che è il miglior portiere al mondo. Sarà bello e difficile giocare contro il numero uno in assoluto".
Il ct Scolari, partito come quasi tutti i tecnici brasiliani tra le critiche, si gode la propria rivincita personale: "Questa finale è il premio meritato del nostro lavoro. Sono contento perché questo risultato è energia positiva che fa bene al nostro calcio ma anche al nostro Paese, è la dimostrazione che con il sacrificio e la voglia di vincere si possono superare i momenti difficili".
Tutt'altra atmosfera nello spogliatoio della Turchia. Il ct Gunes, come nei giorni scorsi, è il più tranquillo, si limita a fare i complimenti al Brasile: "Loro sono stati molto bravi e adesso vinceranno facile la finale". I suoi giocatori invece non riescono a smaltire la rabbia. Bulent dopo averci provato in campo, attacca ancora Ronaldo: "Gli ho messo le mani in faccia apposta, perché lui si è comportata male con noi dopo la prima partita quando ha voluto difendere a tutti i costi Rivaldo dicendo stupidaggini". Mansiz Ilhan invece sposta il fronte all'interno: "Perché non sono entrato prima? Chiedetelo all'allenatore. E chiedetegli anche perché il migliore in campo dei nostri è stato il portiere?". Che non è proprio il modo migliore per uscire dal Mondiale.






In copertina di "Forza Milan!", agosto 2003


Stagione 2005-06





Stagione 2003-04


Marcos Cafu e Ricardo Kakà, stagione 2003-04



Dal sito www.acmilan.com
27 novembre 2003

L'ASSIST NEL DNA
Il capitano ha raggiunto un record invidiabile. "Vittoria meritata. Siamo in continua crescita"
Nella vittoria del Milan ad Amstedam contro l'Ajax, vittoria che qualifica i rossoneri al prossimo turno di Champions League con una giornata di anticipo, c'è l'inequivocabile zampino di Marcos Cafu. Certo nel tabellino splende il nome di un fantastico Andriy Shevchenko, autore della rete che vale la vittoria, puntuale, strepitoso con i suoi gol (102 con la maglia del Milan). Ma se Sheva ha potuto segnare, se il Milan ha potuto esultare e festeggiare, grande merito va soprattutto a lui. Il brasiliano che ha conquistato tutti con la sua allegria e soprattutto con la sua classe. Al 6' del secondo tempo Marcos si è involato sulla fascia destra e ha deliziato il pubblico con l'assist vincente. Cross perfetto, stop di Sheva, gol vittoria e qualificazione in tasca. Per interrompere il digiuno del Milan che non aveva mai segnato all' Amsterdam ArenA, ci voleva proprio lui. Cafu arriva così a 6 assist decisivi dall'inizio di questa stagione: ha lasciato il segno ad Ancona nell'azione che ha portato al secondo gol Sheva, a Bologna nella rete di Pippo, a Lecce e nel derby sempre per i gol di Sheva. Poi ha fatto partire lui il tiro da cui è nato il gol di Pirlo con la Lazio, è stato decisivo a Bruges nell'assist del gol di Kakà. E infine il capolavoro di stasera, bello da stroppicciarsi gli occhi. Applausi per Cafu quindi, applausi per questo Milan, questo grande, concreto, emozionante e splendido Milan.






Stagione 2006-07


(dal sito www.the-100.com)



Dal sito www.indiscreto.it
23 agosto 2004 - di Franco Rossi

LA POLITICA CHE HA TOLTO CAFU E KAKA' DAL BRASILE
Il motivo per il quale Kakà, Cafu e Dida non giocheranno più nella nazionale brasiliana è soprattutto politico. E' stato il presidente del Brasile (il paese che ha il più alto numero di soldati nella missione di pace ad Haiti) ad organizzare la cosiddetta Amichevole della Pace, quella alla quale il Milan ha negato i suoi brasiliani. Le convocazioni erano state fatte direttamente da lui insieme a Parreira e il presidente del Brasile voleva la squadra migliore, quella più famosa, e la presenza dei milanisti era fondamentale. Almeno quella di Cafu, il capitano che ha alzato la quinta coppa, al suo paese un vero eroe nazionale.
Stasera Ignacio Lula da Silva, presidente del Brasile, per Radiobras vestirà i panni del giornalista e intervisterà (in differita) le stelle della nazionale brasiliana. Non ci sarà Cafu, ed è la sua l'assenza più importante. Per i brasiliani Dida è uno dei tanti portieri (al Mondiale non giocò nemmeno un minuto) e Kakà è considerato una stella in divenire. In fondo Mondiale e Coppa America sono stati vinti senza loro due.
Ma forse c'è qualcosa d'altro dietro, qualcosa che risale a quindici anni fa. Nel 1989 Lula era candidato alla presidenza del Brasile per la prima volta e il suo rivale era Collor de Mello, che poi avrebbe vinto le elezioni e che successivamente sarebbe stato destituito. Collor era appoggiato da Marinho, potente proprietario di giornali e di Rede Globo, che all'epoca era il quarto network televisivo del mondo. Le riviste 'Veja' e 'Istoè' pubblicarono una serie di articoli sugli appoggi che Rede Globo aveva all'estero e fecero anche il nome di Silvio Berlusconi, il quale sarebbe stato interessato ad entrare come partner nel mondo della televisione commerciale brasiliana. Il duello fra Lula e Collor fu ferocissimo e nel corso di una intervista Lula promise che se fosse stato eletto avrebbe chiuso Rede Globo e che nessun imprenditore straniero avrebbe potuto acquistare quote di qualche media brasiliano. Lula era il presidente del Partito dei Lavoratori e segretario del più importante sindacato di sinistra, il suo modello era Fidel Castro. Perse le elezioni anche perchè ci furono delle interferenze del governo americano, che temeva di perdere il controllo della più grande colonia Usa.
Lula è presidente del Brasile da due anni e sta usando la popolarità del calcio per risollevare un po' la propria popolarità, in declino dopo gli ultimi dati sull'inflazione. E' per questo che sarà durissimo far cambiare idea alla federazione brasiliana: non fargli intervistare il capitano Cafù, che a Yokohama alzò la quinta Coppa del kondo, è stato un affronto. Un affronto forse troppo grande.




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23 maggio 2007, Milan vs Liverpool 2-1: Cafu con la Coppa dei Campioni
(per gentile concessione del M.C. Inossidabili)



Cafu con la maglia della Nazionale Verdeoro






Cafu in azione in Nazionale


Un'azione di gioco di un Brasile vs Turchia







(Archivio Magliarossonera.it)


(Archivio Magliarossonera.it)



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Marcos Cafu con il Milan Glorie, 2011
(per gentile concessione del M.C. Inossidabili)
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Marcos Cafu, agosto 2020



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"Avevo un pre-contratto con lo Yokohoma e loro mi avevano già mandato parte dei soldi. Ero convinto di andare lì, avevo 32 anni e stavo pensando al futuro, al mio ultimo contratto da professionista. Poi arrivò la chiamata del Milan: mi dissero che mi volevano, 15 giorni prima della presentazione in Giappone. Non sarei riuscito a convivere con me stesso se avessi rifiutato un club come il Milan. E così è iniziata la mia fantastica avventura in rossonero. Sono stato titolare per 3 anni e mezzo: se avessi voluto riposare, Carlo Ancelotti avrebbe detto: 'Nooo, Marcooo!' " (Marcos Cafù)




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