La Lega di Somma insultò Calò (Pd), il gip respinge l’archiviazione

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SOMMA LOMBARDO – E’un punto a favore quello segnato ieri mattina, 20 settembre, in tribunale a Busto Arsizio dall’avvocato di Francesco Calò nel serrato scontro giudiziario che negli ultimi tre anni vede il consigliere comunale del Pd di Somma Lombardo contrapposto alla sezione locale della Lega. Il gip Piera Bossi non ha infatti accolto la richiesta di archiviazione formulata dal pm in merito agli insulti apparsi su Facebook ritenuti diffamatori a tal punto che l’esponente dem aveva sporto querela.

E’stata diffamazione?

I fatti risalgono a giugno 2015, in piena campagna elettorale tra gli sfidanti Stefano Bellaria (oggi sindaco) e Martina Pivetti, sostenuta dal centrodestra. A pochi giorni dal ballottaggio apparvero sulla pagina Facebook della sezione cittadina della Lega una scarica di insulti nei confronti di Calò. Poco dopo il post venne cancellato, sostituito da scuse ufficiali che però l’esponente del Pd non accettò e si rivolse alla magistratura. Il pm, in prima istanza, aveva chiesto l’archiviazione, ma il gip ha chiesto ora di formulare l’imputazione entro dieci giorni, sostenendo che l’allora segretario della Lega Bruno Specchiarelli, ovvero colui che avrebbe scritto il post, ha superato il confine della correttezza e che le sue parole sono andate ben oltre la critica politica. «Quello di ieri è stato soltanto un passaggio: attendo la decisione del giudice, il quale dirà se le frasi offensive che mi sono state rivolte erano critica  politica da campagna elettorale oppure diffamazione», commenta Calò. Specchiarelli dice invece di essere tranquillo e sereno «perché la partita è appena iniziata».

Il primo round

Non è la prima volta che Calò e la Lega si ritrovano contrapposti nella aule di giustizia. Sempre nel 2015 fu la Lega a sporgere querela dopo l’infuocato consiglio comunale del 13 aprile dedicato al progetto del Nuovo Mossolani. «Se hai qualcosa da dire vai in procura e sennò stai zitto», gridò dal pubblico Specchiarelli. «Ti becchi una querela e poi vai a piangere», aggiunse dai banchi di maggioranza il senatore Luigi Peruzzotti. L’establishment leghista si scagliò contro il consigliere d’opposizione (oggi in maggioranza) Calò che, con un duro intervento e minuzia di particolari, ricostruì tutta la vicenda legata al progetto del nuovo polo sportivo che il centrodestra avrebbe voluto approvare entro la scadenza di mandato. Un passaggio in particolare fece infuriare i leghisti: «Il 15 dicembre scorso arriva in Comune da Morazzone una lettera firmata dall’architetto Maurizio Mazzucchelli il quale scrive che un proprio cliente avrebbe interesse a potenziare l’offerta sportiva sulle aree di via Novara. Sapete chi è Mazzucchelli? Il vicesindaco di Matteo Bianchi, segretario provinciale della Lega Nord». Apriti cielo. Per quella frase Calò venne querelato, ma la vicenda finì in una bolla di sapone perché prima il pm Francesca Parola chiese l’archiviazione e poi il gip Luisa Bovitutti la avallò.  Cosa che non è successa ora a parti inverse.

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