Attualità

Lazzate, ancora migranti nel centro del borgo: l’accoglienza continua

I 4 richiedenti asilo si erano allontanati dall'appartamento di proprietà della D&G Research, segnando di fatto la fine del progetto accoglienza. Ma adesso in arrivo nuovi migranti.

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Forse a Lazzate, feudo della Lega brianzola da più di 20 anni, arriveranno presto altri migranti. Neanche due settimane fa l’amministrazione aveva potuto esultare perché lo Studio D&G Research aveva annunciato la fine del percorso di accoglienza di 4 richiedenti asilo, due ragazze e due bambini, accolti da metà agosto in uno dei due appartamenti di sua proprietà in via Volta: ma sembra proprio che l’associazione sia già all’opera per preparare anche il secondo appartamento all’arrivo di nuovi migranti. Se qualcuno pensava che, dopo gli striscioni, le manifestazioni di piazza e l’intervento di Matteo Salvini, Lazzate fosse riuscita a dire davvero stop ai migranti, ora sembra sempre più evidente che impedire l’accoglienza sul proprio territorio sia praticamente impossibile.
«La D&G ha iniziato i lavori di allestimento del secondo appartamento: significa che si prepara ad accogliere un numero maggiore di ospiti stranieri. Sono almeno quattro i materassi e le reti che sono stati contati dai cittadini che hanno assistito ai lavori – ha affermato l’assessore alla Sicurezza Andrea Monti nel pomeriggio del 25 ottobre -. Oggi è partita la diffida ufficiale del comune rispetto all’attività che vuole portare avanti la D&G, noncurante delle nostre comunicazioni in cui rilevavamo la difformità della destinazione urbanistica di quell’immobile rispetto all’attività di accoglienza contrattualizzata dalla D&G con la Prefettura  – continua l’assessore, che già nei giorni scorsi si era detto sicuro che la vicenda non fosse conclusa -. Ora aspettiamo la prossima mossa della Prefettura, che nonostante le nostre richieste non ci ha ancora convocato, e della D&G, certi che ancora una volta siamo noi a porci a difesa della correttezza dei rapporti tra istituzioni, quella calpestata, insieme al buon senso, da chi in maniera prepotente ha cercato di scavalcare il sindaco e la comunità di Lazzate, imponendo un progetto di accoglienza non condiviso». La comunicazione invita dunque ancora una volta l’associazione D&G ad astenersi da utilizzare gli appartamenti di via Volta per attività di carattere ricettivo, non compatibile con quella prevista dal Pgt: una strada che il sindaco Loredana Pizzi prova a percorrere dalla scorsa estate.
«Sui nuovi arrivi non so nulla, ma non ci sarebbe nulla di strano: quegli appartamenti sono di proprietà dell’associazione, che li ha acquistati proprio per questo – commenta il consigliere Giacomo Gregori (Pd) -. Anzi, sulla questione dell’accoglienza credo sia doveroso che ogni comune faccia la propria parte». Esattamente il contrario di quello che sostiene l’amministrazione lazzatese. Qualche giorno fa Monti, commentando i dati sull’immigrazione di Éupolis Lombardia, si era ancora una volta dichiarato contrario all’accoglienza diffusa a nome di Co.Nord, la confederazione dei comuni e delle province del nord Italia: «Sarebbe un principio applicabile forse solo se non vi fossero più nuovi costanti arrivi – aveva affermato -, e comunque solo se vi fosse una strategia condivisa tra Stato e comuni. Ma ad oggi non è così. Ritengo sia quanto mai urgente che il governo attui misure tempestive affinché chi è presente sul nostro territorio irregolarmente e senza averne diritto venga rimpatriato e non lasciato vagare per le nostre città e che l’Europa si assuma le proprie responsabilità su una situazione di cui è tristemente solo l’Italia a farsi carico: proporrei una sorta di residenza provvisoria, che funga da garanzia affinché la gestione di questo situazione non ricada sui comuni e sui loro bilanci».
Gregori racconta qualcosa di più anche sui 4 richiedenti asilo che hanno lasciato Lazzate l’11 ottobre: si era diffusa la voce fossero scappati. «Non ho fonti dirette – ammette il consigliere -, ma da quel che so le due ragazze sono andate via volontariamente, devono aver avuto la possibilità di andare in Francia a raggiungere dei parenti, o dei conoscenti, che già vivono lì: anche perché venivano dalla Costa d’Avorio e conoscevano già il francese. Comunque queste persone non sono certo venute in Italia per restare a Lazzate – continua -: erano qui in attesa del riconoscimento del diritto di asilo, era ovvio che avrebbero cambiato destinazione». Sembra dunque che nessuno le abbia obbligate: «Non credo che l’accoglienza che hanno ricevuto a Lazzate abbia influito sulla decisione, ma comunque il clima per così dire poco simpatico non avrebbe invogliato nessuno a rimanere». Contro il “clima ostile e di rifiuto” creato dall’amministrazione l’unica soluzione, secondo Gregori, è l’informazione: «Non faremo manifestazioni di piazza, per noi non hanno senso, ma continueremo lavorare in consiglio comunale e attraverso il nostro giornale La ringhera – spiega -: altre cose il buonsenso non ci chiede di fare. Certo, sarebbe bello confrontarsi con gli altri su basi di onestà intellettuale, ma purtroppo non è questo il caso».
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