Politica

Vimercate, Laura Boldrini incontra le delegazioni dei lavoratori del territorio

La Presidente delle Camera ha chiuso in città la campagna elettorale di Liberi e Uguali, con un incontro riservato alle RSU e uno aperto alla cittadinanza

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C’erano i delegati sindacali della Nokia di Vimercate, della Star di Agrate, i lavoratori di Norgren, DNV GL, Hilux di Vimercate e quelli della Bagutta di Arcore. Tutti, in gran parte donne, preoccupati per il loro futuro, tutti ad attendere Laura Bordini.

La Presidente della Camera è intervenuta a Vimercate giovedì 1 marzo, per chiudere la campagna elettorale di Liberi e Uguali con due incontri: il primo riservato ai lavoratori delle aziende del territorio, il secondo aperto a tutta la cittadinanza. Insieme a lei, i candidati Alessandro Gerosa, Lucrezia Ricchiuti, Giulio Cavalli e Federica Villa.

Si è parlato soprattutto di lavoro, con i racconti delle situazioni critiche che moltissime aziende del territorio stanno fronteggiando da anni. In particolare di lavoro femminile, conciliazione e anche di pensioni, con la testimonianza di Alma Romani della Bagutta: «Dopo anni di lavoro e contributi, l’azienda ci ha obbligato a scegliere tra licenziamento o part time – ha spiegato – non solo ora vivo con 700 Euro al mese, ma il calcolo della mia pensione verrà fatto sulla base di questi ultimi anni, eppure io, per tutti gli altri, ho pagato i contributi».

Ma si è parlato anche di antifascismo e immigrazione, grazie all’intervento di un lavoratore originario del Senegal: «Il lavoro dà la dignità – ha commentato – e a noi immigrati questa dignità è stata tolta. Come si può cercare di ottenere il voto parlando male di tutti gli immigrati. E quelli onesti, che lavorano? Devo aver paura a mandare i miei figli a scuola perché gli immigrati sono visti come il “diavolo”? In che Italia siamo, mi domando?».

La Presidente della Camera, dopo aver ascoltato tutti i racconti, ha argomentato parlando del programma di Liberi e Uguali. «Ripristineremo il divieto di licenziamento per giusta causa, sosteniamo che i lavoratori e le lavoratrici autonomi devono avere pari diritti, ci sarà l’obbligo di contratto indeterminato dopo un periodo di prova, la parità contributiva tra uomini e donne e il diritto alla genitorialità. Basta aziende che delocalizzano dopo aver ottenuto sgravi fiscali o contributi, e altro che flat tax, ci vuole una tassazione giusta, equa e progressiva. Infine, la settimana lavorativa deve scendere a 32 ore a parità contributiva. Questa è la nostra piattaforma del lavoro, se vi piace votate Liberi e Uguali».

«Se fossimo in un Paese normale, ogni dibattito politico dovrebbe iniziare così – ha aggiunto Giulio Cavalli – Questo è un paese che deve tornare prima di tutto a essere umano. L’impegno di Liberi e Uguali e il suo scopo sono quelli di ricostruire una comunità. Siamo responsabili, non solo del risultato elettorale, ma anche di ripartire dalle fondamenta in un paese in cui essere fragili è diventato una colpa e invece, con e per i fragili, sono state costruite le pagine più belle della sinistra italiana».

E a chi li accusa di aver diviso la sinistra, i candidati ribattono: «Certi valori non sono negoziabili, noi siamo fermi, sono gli altri che sono un po’ confusi», ha concluso Cavalli.

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