Politica

Elezioni Seregno: la Lega accende il fuoco con il “caso” del capannone di Via Milano

C'è chi dice che in via Milano sorgerà una Moschea e chi (Il Comune) smentisce ogni autorizzazione. Intanto, in piena campagna elettorale, il dibattito sulla questione della legalità e della sicurezza, accende gli animi tra Lega e CentroSinistra

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Siamo in piena campagna elettorale e si è già tenuto il primo “faccia a faccia” tra i sei candidati alla poltrona di Sindaco che si sono confrontati sui grandi temi, dalla sicurezza alla legalità passando per l’attenzione ai quartieri, in un confronto chiaro e fin troppo tranquillo (salvo qualche coup de theatre come quello di Carlo Mariani che si è presentato “armato” di spugna,  per ricordare che in città c’è bisogno di fare pulizia).

Ma è a “telecamere spente” che gli sfidanti tirano fuori le unghie e i botta e risposta al peperoncino non mancano, come quello che negli ultimi giorni sta scaldando le tastiere dei pc dei vari partiti sull’annosa questione del capannone di via Milano: sarà vero oppure no che quello stabile sarà la sede di un centro pakistano?

Lega, pugno duro contro la Moschea in città

La notizia, reale o presunta, ha cominciato a circolare diverse settimane fa e a lanciare la “bomba elettorale” è stato proprio il Carroccio che attraverso un comunicato stampa ha fatto sapere: “A seguito di alcune segnalazioni arrivate dai cittadini siamo venuti a conoscenza della ristrutturazione di un immobile artigianale destinato ad attività socio culturale islamica – scrivono – la Lega Salvini Premier di Seregno è assolutamente contraria perché, pur nel rispetto delle diversità religiose, spesso e volentieri questi centri diventano luogo di ritrovo per persone pericolose”.

Da qui la richiesta di accesso agli atti e la promessa: “se vinciamo le elezioni, revocheremo questa autorizzazione – e dopo il faccia a faccia di lunedì sera, aggiungono – la competenza e l’esperienza della nostra candidata Ilaria Cerqua è risultata subito evidente ed è stata l’unica a dire un secco “no” ad una Moschea a Seregno”.

La stoccata contro Alberto Rossi, candidato sindaco del centro sinistra

La sicurezza e la legalità sono sicuramente tra i temi più sentiti dalla cittadinanza che, il prossimo 10 giugno, dovrà recarsi alle urne per decidere che sarà la persona che avrà il compito di rimettere a posto le cose a Seregno dopo l’uragano dello scorso settembre.

La Lega, che appoggia Ilaria Cerqua, insieme a Forza Italia e Fratelli d’Italia, fa leva proprio su questo argomento puntando il dito contro il Comune che, lo scorso 26 gennaio, avrebbe autorizzato i lavori di ristrutturazione all’interno di un capannone di via Milano dove, secondo quanto riporta il comunicato stampa del Carroccio, sarà la sede di un centro culturale per la comunità pakistana e sottolineano: “siamo rammaricati dal fatto che solo la Lega Salvini Premier, a Seregno, come in tutto il Paese, sia l’unico movimento politico a difendere gli interessi dei cittadini italiani – scrivono – la dimostrazione sta nei fatti accaduti giorni fa, quando un candidato consigliere comunale di una lista civica che sostiene il Sindaco del PD ha radunato un gruppo di extracomunitari islamici nel quartiere Lazzaretto chiedendo il loro voto per una maggiore tutela”.

Insomma, i riferimenti a fatti e persone non sono per niente casuali e Alberto Rossi, il trentatreenne candidato per il centro sinistra, raccoglie la provocazione e risponde: “alla coalizione di Scelgo Seregno interessa il confronto con tutti i cittadini. Bisogna imparare a fare una chiara distinzione tra comunità integrate in città da anni con l’immigrazione irregolare – e conclude – non ho intenzione di portare avanti progetti di costruzione di moschee o centri culturali pakistani: non è nel mio programma e non ho ricevuto richieste di questo tipo”.

Ma in via Milano, sorgerà oppure no questo centro Pakistano?

Dal comune però non arriva nessuna conferma sulla realizzazione di una possibile Moschea all’interno del capannone che ha acceso il dibattito politico e, con una nota stampa, il commissario straordinario fa sapere che: “Smentisco che il Comune abbia dato un’autorizzazione per la costruzione di un presunto centro culturale pakistano. All’ufficio edilizia privata è stata presentata solo una segnalazione certificata di inizio attività per opere di ristrutturazione di uno dei capannoni ad uso già sede della ex Pirelli: la destinazione dell’edificio resta ad uso produttivo”.

Ma la Lega non ci sta e rincara la dose segnalando ai cittadini che, in realtà, ci sarebbe già il logo dell’associazione islamica fuori dal capannone che non lascia spazio ad ulteriori dubbi e l’onorevole  Paolo Grimoldi aggiunge: “non si capisce né da dove arrivano i soldi né tantomeno da chi è arrivata l’autorizzazione di inizio lavori e sui cartelli, in barba ad ogni legge non c’è scritto assolutamente nulla anche se mi risulta che i lavori siano già avviati”.

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