Vibo Valentia: scoperti i “giardini segreti”, della ‘ndrangheta

DAGLI AGENTI DELLA SQUADRA MOBILE

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Emanuele Mancuso, figlio trentenne del boss Pantaleone (capo dell’omonimo clan della ‘ndrangheta di Limbadi), acquistava online i migliori semi di canapa in enormi quantità. Fino ad un certo punto tutto regolare, perchè i semi possono essere comprati per collezionismo, ma lui invece con 26mila ha realizzato una piantagione nel vibonese. Lo hanno scoperto nelle scorse ore, gli agenti della Squadra mobile di Vibo Valentia, coadiuvati dai poliziotti del Servizio centrale operativo, procedendo al suo arresto insieme ad altre 17 persone, ricostruendo l’intera filiera di produzione della cannabis, potendo individuare tutti i soggetti coinvolti.

A carico di otto persone, è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per nove gli arresti domiciliari e per una l’obbligo di dimora. Altre 21 invece, sono coinvolte in indagini che vanno a vario titolo dal narcotraffico, alla detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Questa era in particolare, l’attività che veniva attuata: “il capo clan acquistava online di semi di canapa indiana e di concime, mentre l’organizzazione provvedeva a realizzare le strutture dove piantarli, fino a farli germinare, fiorire, crescere e lavorare la pianta per la successiva immissione del prodotto finito sulle piazze di spaccio”.

Ad occuparsi di ogni cosa, erano gli affiliati ai Mancuso, ma pure mano d’opera reclutata tra gli extracomunitari. Le forze dell’ordine, hanno sequestrato un totale di 26mila piante capaci di produrre circa 2 milioni di dosi di hashish o marijuana, per un valore di 20 milioni di euro.

Perquisite e sequestrate poi, le 18 sedi di una società specializzata nella vendita di semi di canapa indiana, collocate a: “Alessandria, Brescia, Caltanissetta, Catanzaro, Chieti Genova, Imperia, Lecce, Milano, Napoli, Salerno e Savona”.

Le colture erano controllate dal boss e dai suoi sodali con avanzate tecniche attraverso l’utilizzo di droni a distanza, il che gli consentiva di non essere presente sui luoghi dove vi erano i lavoratori.