Casal Bruciato: dopo Torre Maura continuano gli scontri contro i rom

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Di Stefano Delle Cave

Non c’è pace a Roma per la questione rom. Nuovi focolai di tensione a Casal Bruciato dopo che il comune aveva assegnato una casa popolare ad una famiglia di nomadi a seguito di una regolare richiesta fatta nel 2017. In campo come a Torre Maura il movimento di estrema destra CasaPound

Il presidio di Casal Bruciato

Continuano gli abitanti del quartiere di Casal Bruciato a Roma, a presidiare un palazzo di via Sebastiano Satta dopo che una casa popolare all’interno dell’edificio era stata assegnata ad una famiglia rom di 14 persone. La folla aiutata da alcuni membri di CasaPound, anche stavolta scesa in strada per fomentare l’odio come a Torre Maura, ha cercato ieri pomeriggio di impedire alla famiglia di rom di entrare nella casa assegnatagli dal comune. E oggi il presidio è continuato. Anzi “Li vogliamo vedere tutti impiccati, bruciati” hanno detto alcune donne che erano nel cortile del palazzo. Gli abitanti del quartiere hanno paura e non vogliono rom e hanno indetto anche una manifestazione con CasaPound che si terrà domani

la guerra di Casal Bruciato
Il presidio sotto il palazzo di Casal Bruciato, immagine tratta da tpi.it

Anche la famiglia di nomadi ha paura. “Stanotte i bambini avevano molta paura e piangevano. Una delle mie figlie sta male e l’ho portata nel campo nomadi dove abitavamo prima. Volevo portarla all’ospedale, ma lei mi ha detto di no, era in preda all’ansia e alla paura. Gli altri bambini che hanno dormito qui nell’appartamento hanno avuto paura e per tutta la notte non hanno dormito. Io vorrei restare, ma i miei figli non possono uscire giù, non possono fare niente, non posso portarli neanche a scuola”, ha detto il capo famiglia Imer Omerovic, “se ci mandano via da qui dobbiamo tornare nel campo rom dove stavamo prima. Italiani razzisti? Non penso siano razzisti, perché sono 30 anni che vivo in Italia e sono sempre stato bene, tranquillo, i miei figli vanno a scuola senza problemi. Però questa notte hanno avuto davvero paura”. Per il momento i nomadi che hanno fatto regolarmente richiesta di una casa popolare nel 2017, con tutti i documenti in regola, restano a Casal Bruciato

la guerra di Casal Bruciato
La folla a Casal Bruciato, immagine tratta da roma.corriere.it

La politica della Raggi

La tensione che si è scatenata a Casal Bruciato è la conseguenza della nuova politica del sindaco di Roma Virginia Raggi che vuole la chiusura dei campi nomadi e la ricollocazione dei rom. “Stiamo facendo rispettare le leggi, stiamo chiudendo i campi nomadi spingendo gli abitanti a trovarsi un lavoro, pagare le tasse e a mandare i figli a scuola. Le regole vanno rispettate da tutti“, ha detto la Raggi in un post su facebook dove si è scagliata contro CasaPound. “Deve rispettare le leggi dello Stato italiano. Nessuno può pensare di sostituirsi alle Istituzioni. Oggi un gruppo di militanti di estrema destra ha minacciato una famiglia rom alla quale il Comune ha assegnato una casa popolare dopo la presentazione di una regolare domanda così come previsto dalla legge italiana. Questi delinquenti chiedono che l’appartamento venga tolto alla famiglia rom. Chiedono che queste persone tornino nei campi nomadi. Gli stessi campi rom che l’estrema destra dice di voler chiudere e che ha aperto anni fa”, ha detto la sindaca scagliandosi contro il movimento di estrema destra.

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Il sindaco Virginia Raggi, immagine tratta da giornalettismo.com

Intanto la guerra tra poveri continua con un nuovo episodio di razzismo dopo i fatti di Torre Maura perché si sa la miseria genera odio e paura ma speriamo che questa volta prevalga il buon senso

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