Prima Edizione Premio Mauro Rostagno | ÀP Accademia | Vince 9841 Rukeli di Farmacia Zoo:È

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Di Redazione Metropolitan

Si è tenuta a Roma, dal 10 al 13 aprile, la prima edizione del Premio teatrale Mauro Rostagno che ha visto andare in scena sei spettacoli selezionati tra oltre 70 progetti inviati.

L’organizzazione del Premio è stata coordinata dalla Compagnia Ragli negli spazi di ÀP Accademia Popolare dei diritti e dell’antimafia, nuovissima realtà sociale ideata dall’associazione antimafia daSud e dall’associazione ViaLibera

dal web
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“L’obiettivo del Premio – spiega Rosario Mastrota, direttore artistico di Compagnia Ragli – è stato quello di portare il dibattito sul terreno dei diritti umani e delle discriminazioni contribuendo da un lato ad avvicinare un pubblico di non addetti ai lavori al teatro di senso civile e, dall’altro, consentire alle compagnie e ai singoli artisti di esibirsi in un contesto artistico unico e dedicato”.

“Abbiamo voluto intitolarlo a Mauro Rostagno, una figura  di intellettuale irregolare a cui siamo molto affezionati – chiarisce Danilo Chirico, presidente dell’Associazione antimafie daSud – attivista politico, giornalista, sociologo e vittima innocente di mafia. Dedicargli questa iniziativa, a trentuno anni dalla sua uccisione, è per noi un atto dovuto e siamo felici che sua figlia Maddalena abbia voluto condividere questo percorso con noi e abbia accettato di far parte dei membri della giuria che valuterà gli spettacoli”.

da ANSA.it
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Infatti Maddalena Rostagno ha presieduto la Giuria tecnica, di cui facevano parte Valentina De Simone, i giornalisti di Teatro e Critica, Federico Raponi, Donatella Codonesu, Maura Teofili, Francesco Montagna e Angela Ciaburri i quali hanno decretato lo spettacolo vincitore: 9841 Rukeli delle compagnia veneta Farmacia Zoo:È, che si è aggiudicato il premio in denaro di mille euro come incentivo al sostegno delle attività future del gruppo.

Lo spettacolo vincitore ha inoltre ricevuto il premio speciale per la regia e il premio Speciale della giuria Popolare assegnato dalla Casa dello Spettatore che ha seguito la kermesse con una giuria di spettatori-critici, capitanati dalla giornalista Miriam Larocca. Gianmarco Busetto (interprete dello spettacolo vincitore) ha inoltre ricevuto il premio come miglior attore, sfiorando l’en plein. Gli altri premi assegnati sono stati quello alla migliore attrice, vinto da Antonella Delli Gatti della compagnia Teatro Contesto che ha portato al Premio uno spettacolo su Peppino Impastato dal titolo Il Mare a cavallo e il premio come miglior testo, vinto dalla giovanissima Debora Benincasa della compagnia Anomalia Teatro, interprete ed autrice dello spettacolo Antigone: monologo per donna sola.

L'Accademia - da Facebook
L’Accademia – da Facebook

Il Premio si è svolto all’interno della BiblioÀp (la nuovissima biblioteca aperta all’interno dell’Accademia in via Contardo Ferrini 73) con l’esibizione di due spettacoli a sera davanti ad un corposo numero di spettatori che hanno seguito l’iniziativa fino alla serata conclusiva di sabato 13 aprile.

Gli spettacoli andati in scena:

ANTIGONE:Monologo per Donna Sola – Anomalia Teatro. È il riadattamento per “donna sola” del classico sofocleo. La tenacia, la caparbietà e il senso di ribellione di Antigone, Debora Benincasa riesce a mantenerli ben stretti sulla piccola pedana circolare da cui si eleva per raccontare la storia dell’eroina greca e posizionarla in parallelo citando eroi contemporanei come Ilaria Cucchi o Giulio Regeni. Con il sorriso leggero di donna, l’attrice, ride contro il pubblico e prova ad alleggerire il dramma sfiorando toni grotteschi. Lo spettacolo è spezzato in due, una prima parte introduttiva che viaggia nella storia classica di Antigone mentre la seconda parte, più solida, definisce il tentativo eroico e lo tinge di pop.

Antigone. Monologo per donna sola - da Facebook
Antigone. Monologo per donna sola – da Facebook

GAETANO – Scenari d’Aprile. Una storia, radicata in una Calabria con il prosciutto sugli occhi che non riesce a decodificare i pregiudizi dalla realtà. La storia di un ragazzo ritardato che affronta i cori razzisti del suo paesello che ce l’ha a morte con “i negri africani che rubano il lavoro“. La vicenda ruota attorno all’omicidio di un’anziana signora: tutti credono di sapere chi è stato (banalmente additando un immigrato africano) ma la realtà sarà diversa. Un lavoro semplice, narrato con buona energia ma che lascia alcune perplessità su alcune scelte registiche che spezzano il flusso della narrazione.

Gaetano - da Facebook
Gaetano – da Facebook

IL MARE A CAVALLO – Teatro contesto. La storia di Peppino Impastato è nota, l’attivista siciliano è emblema della lotta contro la mafia e la sua fine atroce, purtroppo, la conosciamo tutti. Ma Antonella Delli Gatti, cucendosi addosso i panni di Felicia Impastato, la mamma di Peppino, racconta il Peppino-figlio, difendendone ogni scelta con prelibata cura poetica. La scenografia imponente è il simulacro di una bara, volutamente vuota e volutamente aperta, perché Felicia il corpo del suo Peppino non lo ha potuto vedere mai più. La madre del sud che rompe il silenzio e parla, parla continuamente, senza scadere nel tragico pietoso. Quello che resta sono il coraggio e la speranza, intimi sussulti dell’animo, regalati per non disperdere un atto più che eroico che tutti hanno necessità di ricordare.

Il Mare a cavallo - da facebook
Il Mare a cavallo – da facebook

NOSTRA ITALIA DEL MIRACOLO – Trento Spettacoli. La vita e le anticipazioni sui tempi della giornalista Camilla Cederna. L’interprete, Maura Pettorruso, con ottima energia ripercorre la storia italiana degli ultimi 50 anni, disintegrando le parole scritte con un trita documenti posto sulla scena. La fuoriclasse del giornalismo italiano appare nitida nel percorso registico dello spettacolo ma probabilmente la scelta di adoperare un linguaggio troppo implicito-poetico ha trasmesso un distaccamento anziché una celebrazione della figura della giornalista. Disintegrarne le parole è un gesto forte che però può essere anche frainteso e allontanare più che celebrare. Lasciare tracce incancellabili nello spettatore dovrebbe essere la prima preoccupazione, una metafora così ardita suona come fuorviante.

Nostra Italia del miracolo - da Facebook
Nostra Italia del miracolo – da Facebook

9841 | RUKELI – Farmacia Zoo:È.La storia del pugile sinti Johann Trollmann, a cui venne impedito di partecipare alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928 perché di razza “inferiore” per rappresentare la Germania nazista. La scelta dell’interprete, Gianmarco Busetto (che firma la regia insieme ad Enrico Tavella) è quella di narrare la storia attraverso le visioni degli spettatori. Lui è troppo diverso da Rukeli (l’albero, in sinti) e non può avere l’ardire di emularlo. Infatti lo narra e il pubblico lo scopre, lacrima dopo lacrima, pugno dopo pugno, si scorre tutta d’un fiato la vicenda ingiusta di una violenza perpetrata dai nazisti contro la meritocrazia. Interpretazione impeccabile, poesia e leggerezza fanno dello spettacolo un concerto delicato: una prova concreta che restituisce l’ingiustizia negata. Il declino di Rukeli, condannato a finire in un lager nazista, viene celebrato con una nevicata leggera di borotalco che, come fa la neve, ammansisce il dolore di un uomo, uno sportivo, a cui la vita aveva dato la leggerezza e la forza ma il nazismo gliel’ha tolta.

9841 Rukeli - da facebook
9841 Rukeli – da facebook

FORTUNA – Strabismi.Un lavoro che affronta il tema difficile delle vittime di mafia. In questo caso le vittime sono anche bambini. La scelta registica di accompagnare una storia cruda con un musicista dal vivo (Nicola Papapietro, in arte Puscibaua) dotato di una particolarissima voce e artefice di note delicate è vincente, così come l’impasto drammaturgico. Lo spettacolo scivola però in alcune lungaggini narrative che distraggono e tolgono concretezza alla storia dell’omicidio della piccola Fortuna Loffredo, avvenuto a Caivano. Alessandro Sesti, l’interprete, è dotato di ottimi strumenti narrativi che strizzano un po’ l’occhio al metodo teatrale di Roberto Latini. Coraggiosa e originale la scelta di raccontare una storia che fa rabbia con un dosaggio letterario pregno di ironia e tenerezza.

Fortuna - da Facebook
Fortuna – da Facebook