Fuksas: “Il Pd di Zingaretti? In periferia traslochi le idee. 600mila euro l’anno per il Nazareno, una follia”

"Oggi i luoghi non contano più. Sono le idee che devono mettersi in cammino e spostarsi nelle periferie". L'architetto Massimiliano Fuksas commenta il primo atto di Nicola Zingaretti da neosegretario del Pd: 'sbaraccare' il Nazareno per trasferirlo in una zona semi-periferica, riportandolo tra la gente comune, per ristabilire una connessione sentimentale con il suo popolo.

“Oggi i luoghi non contano più. Sono le idee che devono mettersi in cammino e spostarsi nelle periferie”. Classe 1944, l’architetto Massimiliano Fuksas commenta il primo atto di Nicola Zingaretti da neosegretario del Pd: ‘sbaraccare’ il Nazareno per trasferirlo in una zona semi-periferica, riportandolo tra la gente comune, per ristabilire una connessione sentimentale con il suo popolo.

“Una volta c’era la svolta di Salerno, la nascita del partito comunista a Livorno, oggi invece la grande trovata è spostare la sede di partito da un posto a un altro immaginando che tutto cambierà”, commenta Fuksas, “Non serve un partito per fare un coworking, un partito serve per incidere nella società”. E invece tutti, Pd compreso, sono ancora imbrigliati nelle categorie del passato, incapaci di una virata. “Ci ha provato anche quel pazzo di Grillo, non ce l’ha fatto neppure lui a cambiare, ci portiamo dietro una tradizione ottocentesca. La sinistra, per giocare una nuova partita contro la povertà, deve capire che la lotta va fatta contro l’egemonia di 78 famiglie che nel mondo che detengono la ricchezza dell’intero pianeta”.

Eppure Zingaretti ha avuto “una grande intuizione” secondo Fuksas, pensando di ricreare, tra le altre cose, una libreria al piano terra della futura “casa di vetro” del partito. Su modello di ‘Rinascita’, la storica libreria di proprietà del Pci sorta nel 1946 in via delle Botteghe Oscure, tempio della cultura di sinistra fino a una decina di anni fa, prima di essere ‘sfrattata’ da un supermercato. “È un messaggio chiaro: in questo momento è necessario tornare sui libri, e in periferia si possono aiutare gli altri a studiare”.

Insomma, un incipit, quello di Zingaretti che da un lato si iscrive nel solco della storia del Pci, dall’altro è una rottura con il passato e con un’eredità pesante, in tutti i sensi: un affitto da 600mila euro l’anno in via Sant’Andrea delle Fratte, sede del Nazareno, che scadrà il prossimo 30 giugno; la disfatta dei renziani e una scia di ricordi, anche amari, come il patto del Nazareno tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi che fu ‘siglato’ a pochi passi da Piazza di Spagna. Tra le sedi ipotizzate per il trasloco Il Pd starebbe valutando la “Città del Sole”, l’ex deposito dell’Atac rigenerato in via della Lega Lombarda, nei pressi della stazione Tiburtina.

GUARDA ANCHE >>Zingaretti: “Il mio Pd? capace di alleanze, cambi l’Europa”

Il nuovo Pd di Zingaretti

“Vorrei cambiare la sede nazionale del Pd, spostarla da via del Nazareno e costruire sedi con coworking delle idee per ragazzi e ragazze, che ci dicano ‘state sbagliando, dobbiamo cambiare posizione'”, aveva detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti nella sua prima uscita televisiva dopo la vittoria delle primarie. “Cambiare e unità sono le parole d’ordine, il nostro popolo era stanco di illusioni e litigi. Penso avere le condizioni nel partito per poter lavorare, sì. Ho molta fiducia, ma spalancherò porte e finestre per costruire una forma partito completamente diversa. Le sedi del Pd devono essere aperte, se dobbiamo tornare dalle persone dobbiamo dare dei segnali chiari – ha detto ribadendo l’intenzione di chiudere la sede nazionale del Nazareno, a Roma -. Non bisogna sempre dire venite, dobbiamo andare noi da loro“.

GUARDA ANCHE >> Pasquino: “È finito il renzismo. Zingaretti? Faccia il segretario”