La notizia riportata ieri da Bloomberg secondo cui la Cina sta studiando un taglio delle imposte sulle auto per rilanciare il settore che soffre per via della guerra dei dazi accende l'attenzione degli analisti. Il Paese, il primo a livello globale per i veicoli, starebbe analizzando la possibilità di ridurre dal 10% al 5% le tasse sulle vendite di vetture fino a 1.600 di cilindrata.
"Come abbiamo detto più volte un programma di incentivi nelle vendite di auto è stata sempre più una questione di quando piuttosto che di se", spiega Banca Akros, "non c'è una decisione finale, ma la National Development and Reform Commission ha studiato un piano da presentare al governo per ridurre le tasse sugli acquisti di auto con cilindrata fino a 1.600 che rappresentano oggi il 70% circa del mercato cinese delle vetture".
Il Paese ha già ridotto della metà le tasse sulle vendite nell'ottobre 2015 e il livello del 5% è rimasto fino a dicembre 2016 fino a quando è stato alzato al 7,5% nel gennaio 2017 e poi è tornato al livello del 10% nel gennaio 2018. Tra ottobre 2015 e dicembre 2016", ricorda Banca Akros, "la produzione di veicoli leggeri è salita in Cina nel 21% da 20 milioni a 24 milioni di unità all'anno".
Secondo l'investment bank, quindi, la notizia è un sollievo per il comparto e tale da poter provocare una rivalutazione. "Secondo le nostre analisi il maggior beneficiario in Germania di questa riforma è Volkswagen dato che il 39% di tutte le sue auto è venduto in Cina, anche Bmw e Daimler producono una parte significativa dei loro utili nel gigante asiatico ma hanno soltanto una piccola quota di auto alla quale può applicarsi questo programma".
Tra i fornitori del comparto auto che Akros copre " Continental, con circa il 22%, ha la maggior quota di ricavi in Asia seguita da ElringKlinger, con il 19%, Schaeffler, con il 18%, e da Hella, 18%". Ma ci sono anche degli elementi di criticità. "I prezzi delle case in Cina stanno diventando un problema strutturale cambiando i consumi delle famiglie", nota Banca Akros. Inoltre, "mentre il mercato cinese è lontano dai livelli di saturazione dei Paesi occidentali con circa 200 auto per mille abitanti, rispetto alle 500 di questi ultimi, è cresciuto del 25% dal 2015 e di conseguenza resta tutta da verificare il reale impatto di questa riduzione delle tasse".