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Asia cauta in attesa del Pil Usa. Il ritorno delle banche centrali
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Asia cauta in attesa del Pil Usa. Il ritorno delle banche centrali

di Elena Dal Maso
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Yield sui T bond di nuovo vicino al 3% e pronto a balzare se il dato di oggi sarà superiore al 4,2%, che sarebbe ai massimi dal 2014. La PboC promette di allentare le maglie ai requisiti patrimoniali delle banche cinesi. Gli economisti di Intesa si aspettano 1-2 rialzi dei tassi da parte della Bce nel 2019

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Asia a due velocità in attesa della pubblicazione del Pil americano relativo al secondo trimestre. Il prodotto interno lordo degli Stati Uniti è atteso in forte rialzo, Bloomberg parla di un probabile aumento del 4,2% portandosi così ai massimi dal 2014. Intanto Tokyo a fine sessione sale dello 0,31%, mentre Hong Kong alle ore 7:40 italiane cede lo 0,2% e Shanghai perde lo 0,08%. L'oro cede lo 0,15% a 1,232,2 dollari per oncia, in equilibrio il greggio americano Wti a 69,6 dollari il barile. Euro a 1,1644, invariato in Asia, dopo aver ceduto durante la sessione di Wall Street e yen pure in equilibrio a 111,13.

Il rendimento dei Treasury decennali si è attestato nella notte al 2,98%, con la maggiore crescita settimanale da metà maggio, mentre i rendimenti dei titoli di stato del Giappone a 10 anni sono saliti allo 0,1%, prima di ridurre questo guadagno allo 0,09%. La politica della banca centrale cinese è tornata in prima linea nelle discussioni di mercato. La valuta onshore si sta muovendo verso la sesta settimana di flessioni mentre la People's Bank of China continua a sostenere una sempre maggiore liquidità per favorire la crescita del credito. La Banca centrale ha infatti detto ad alcune banche questa settimana che un requisito patrimoniale specifico sarà reso più morbido per supportare il prestito, ha scritto oggi Bloomberg News.

Intanto ieri la Banca centrale europea ha detto che si atterrà al piano annunciato per chiudere con agli acquisti di obbligazioni e si impegna a mantenere i tassi di interesse invariati "almeno fino durante l'estate del 2019".  Ieri Anna Maria Grimaldi, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, commentando la conferenza stampa della Bce, ha sottolineato che il consiglio della Banca centrale europea non ha discusso quando discutere eventuali modifiche alla politica di reinvestimento. E che quindi i riacquisti continueranno in base alla regola delle quote paese nel capitale Bce, una buona notizia per l'Italia. Il comunicato, ha aggiunto Grimaldi, conferma che la Bce continua ad aspettarsi che i tassi di interesse rimangano sui livelli attuali almeno durante l'estate del 2019, e in ogni caso per tutto il tempo necessario a garantire la continua e costante convergenza dell’inflazione al target nel medio termine.

L'economista di Intesa Sanpaolo ritiene a questo punto che non avremo novità sulla politica monetaria per un periodo esteso e probabilmente fino a inizio 2019, le decisioni chiave sono state prese a Riga e la Bce "può permettersi di viaggiare con il pilota automatico. Rimaniamo dell'idea che il consiglio vorrà rimuovere i tassi negativi entro la fine del prossimo anno o a inizio 2020. Prevediamo almeno un rialzo dei tassi a settembre o ottobre 2019 e probabilmente un altro a dicembre del prossimo anno".

Per il momento, conclude Grimaldi, "riteniamo che solo una serie di sorprese positive dai prezzi core all'inizio del 2019 potrebbero indurre la Bve a modificare la guidance per avviare un graduale ciclo di rialzi già a luglio 2019". L'attenzione nei prossimi mesi non sarà tanto sulle misure di politica monetaria," quanto sulla rosa di candidati che potrebbero subentrare a Draghi alla guida della Banca centrale", conclude l'economista.

Orario di pubblicazione: 27/07/2018 07:39
Ultimo aggiornamento: 27/07/2018 07:53


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