Il presidente brasiliano, Michel Temer, ha deciso di revocare lo status di rifugiato concesso a Cesare Battisti, che ora rischia di essere estradato in Italia se il Supremo Tribunale federale non gli concederà "l'habeas corpus" richiesto dai suoi legali. Lo riferisce la Folha de Sao Paulo. I legali dell'ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac) hanno presentato per due volte una richiesta di "habeas corpus", un istituto giuridico a tutela delle libertà individuali, al Supremo Tribunale federale. I legali attendono una risposta che, a loro parere, dovrebbe arrivare al più presto, alla luce delle notizie secondo le quali il governo italiano ha chiesto al Brasile di concedere l'estradizione di Battisti.
Secondo quanto riferito da alcune fonti al quotidiano, se il magistrato che si occupa del caso, Luiz Fux, dovesse tardasse troppo nella sua decisione, allora l'ufficio legale della presidenza brasiliana potrebbe emettere un parere ufficiale che di fatto darebbe il via libera all'estradizione di Battisti in l'Italia. Le stesse fonti hanno comunque sottolineato che la concessione da parte del Tribunale dell'habeas corpus, come richiesto dai legali del terrorista, rappresenta "l'opzione meno probabile".
Esponente del gruppo Proletari armati per il comunismo (Pac), Cesare Battisti è stato accusato di aver preso parte a quattro omicidi in Italia: quello di un
gioielliere, di un poliziotto, di una guardia carceraria e di un militante. I reati, che l'ex attivista nega, sono avvenuti tra il 1977 e 1979. Dopo due anni di carcere, Battisti riuscì a evadere a Roma nel 1981 e fuggì in Francia, vivendo nella clandestinità, e l'anno successivo in Messico. Nel 1987, fu condannato all'ergastolo in contumacia in Italia.
Tornò in Francia nel 1990, quando ex attivisti italiani furono accolti dall'allora presidente Francois Mitterand. Nel 2004 la sua condizione di status fu però revocata dal governo francese e Battisti si spostò in Brasile. Dopo tre anni nel Paese sudamericano, l'ex attivista fu arrestato a Rio de Janeiro. La sua condizione in Brasile mutò nel gennaio 2009, quando l'allora ministro della Giustizia Tarso Genro gli concesse lo status di rifugiato politico. Una decisione che provocò una crisi diplomatica tra Brasile e Italia, con Roma che richiamò anche l'ambasciatore nel Paese.
Nel novembre dello stesso anno, il Tribunale supremo federale decise per l'estradizione di Battisti. Ma nell'ultimo giorno di mandato, nel dicembre 2010, il presidente Luiz Inacio Lula da Silva firmò un parere per far restare l'ex attivista in Brasile; soltanto nel giugno 2011, l'italiano ha lasciato il carcere.