Il quadro macroeconomico del Brasile è cambiato notevolmente dall'impeachment di Dilma Rousseff di circa 2 anni fa. Il Paese è stato in grado di superare la cattiva amministrazione generale e i grandi squilibri generati dagli esperimenti politici insoliti, pur dovendo al contempo confrontarsi con il più grande scandalo di corruzione della sua storia. «Il governo attuale non è perfetto, ma è stato in grado di istituire un team economico di alto livello e di far passare in congresso una serie di mini-riforme che ha permesso al colosso latinoamericano di ritornare nel mirino degli investitori», ha spiegato Paulo Salazar, senior equity analyst emerging markets di Candriam Investors Group. «Il Brasile è attualmente in un momento favorevole del ciclo economico e opera nel quadro di una serie di politiche convenzionali e ortodosse. Quest'anno la crescita ha messo a segno un picco considerevole, le dinamiche del mercato del lavoro e la fiducia dei consumatori stanno crescendo, mentre i tassi di interesse rimangono ai minimi storici grazie all'inflazione debole e a una divisa ben ancorata». Nonostante questo, sono necessari ulteriori progressi per stabilizzare l'andamento del debito, con la riforma pensionistica (altamente impopolare) attualmente in discussione che svolge un ruolo chiave in questo processo. «La tempistica non è ideale, visto che i politici di strette vedute si iniziano a preoccupare delle elezioni di quest'anno», ha ammesso Salazar. «Gli investitori sono stati compiacenti sperando che, se non oggi, la situazione possa almeno risolversi quanto prima». La conferma della condanna di Lula per corruzione e riciclaggio di denaro ha eliminato, di fatto, un rischio di coda importante per i mercati. In uno scenario in cui nessun altro spicca, anche il presidente Temer sembra scommettere su un prossimo mandato, malgrado un timido 5% negli indici di gradimento. «Ad eccezione del membro del Congresso Jair Bolsonaro, gli altri candidati presentano un consenso imbarazzante a una sola cifra. Con il voto previsto non prima di ottobre, questa sarà la corsa presidenziale più aperta degli ultimi decenni», ha sottolineato l’esperto di Candriam secondo cui una corruzione cronica e un sistema politico inefficace, violenza, servizi pubblici e infrastrutture da terzo mondo restano questioni di lungo corso da affrontare. Nonostante questo, con il sentiment degli investitori che diventa più positivo, sembra che il peggio sia stato evitato. «Malgrado il buon andamento dell'anno scorso, il Brasile è rimasto indietro rispetto ai suoi peer e vediamo un potenziale di rialzo per titoli specifici sull'onda di fondamentali in miglioramento», ha concluso Salazar.