Dopo anni di instabilità sono tornate alla ribalta le obbligazioni dei mercati emergenti. Il rally del debito degli emerging market ha indotto infatti molti investitori a considerare la possibilità di inserire o incrementare l’esposizione verso questa asset class nei portafogli. Ecco secondo Rob Neithart, gestore del fondo Capital Group Glbl Hi Inc Opps (LUX), i motivi per essere ottimisti.
1) Le riforme strutturali. La politica può esercitare un profondo impatto sui mercati obbligazionari. Sebbene vi siano alcune eccezioni come la Turchia ( dove il regime di Erdogan ha offuscato le prospettive per le obbligazioni e l’economia in generale), molti Paesi hanno cominciato a evidenziare sviluppi positivi. Per esempio promettenti iniziative di riforma sono in atto in India. Il primo ministro Narendra Modi, dalla sua elezione a maggio 2014, ha portato avanti le riforme economiche e nel mese di agosto 2016 il Parlamento ha approvato un’imposta sui beni e servizi che ha segnato un’importante vittoria legislativa per il suo partito.
2) Il rafforzamento delle valute. Fino ad oggi nel 2017 molte valute dei mercati emergenti hanno evidenziato una buona tenuta o si sono mosse al rialzo, mentre i prezzi delle materie prime si sono perlopiù stabilizzati. Pur non mancando le difficoltà economiche, alcune economie in via di sviluppo che dipendono dalle esportazioni di materie prime sembrano aver voltato pagina. Il Brasile e la Russia, due dei maggiori mercati obbligazionari, dovrebbero continuare il loro percorso di ripresa dalla recessione anche il prossimo anno. Le divise di entrambi i paesi, il real e il rublo, si sono apprezzate notevolmente rispetto al dollaro. La domanda di materie prime industriali rimane stabile e la spesa pubblica per progetti infrastrutturali in Cina è in ripresa. Le autorità stanno aprendo le casse pubbliche nel tentativo di ottimizzare la transizione dell’economia verso una crescita più lenta, ma più sostenibile.
3) La maggiore crescita economica. Il relativo miglioramento della crescita globale ha incentivato un maggiore ottimismo. In molti mercati emergenti i tassi di crescita continuano a superare di gran lunga quelli delle loro controparti sviluppate. Le partite correnti sono ampiamente favorevoli. Nonostante un certo numero di Paesi in Africa e America Latina affronti importanti sfide sul fronte fiscale, in molti altri mercati in via di sviluppo i bilanci dello stato sono in condizioni accettabili. Il rapporto debito-pil, che indica il livello di indebitamento di un Paese, è sceso rispetto al passato.
4) Più flessibilità agli shock macro. Come reagiranno i mercati emergenti a un eventuale shock per la crescita globale dalla Cina o dall’Europa? Un rialzo nei rendimenti dei Treasury Usa potrebbe farne deragliare la ripresa? Molte economie in via di sviluppo sono attualmente in grado di fronteggiare eventuali stress di mercato. La valuta è un aspetto molto importante di questa maggiore resilienza. Le riserve in valuta estera sono generalmente abbondanti. La maggior parte dei tassi di cambio oscilla liberamente senza alcun ancoraggio (al dollaro o ad altro standard), e la libera oscillazione dei tassi di cambio consente alle economie di adattarsi alle pressioni esterne. Molte banche centrali hanno un’indipendenza maggiore rispetto al passato, oltre a disporre delle risorse necessarie per sostenere la crescita (e i prezzi delle obbligazioni) adottando al bisogno politiche monetarie più accomodanti.
5) I rendimenti elevati. I rendimenti delle obbligazioni Usa sono vicini ai loro minimi storici. In Giappone e in Europa i tassi di riferimento negativi hanno spinto molti rendimenti obbligazionari sotto lo zero. In questo scenario il tipico rendimento di un’obbligazione dei mercati emergenti, pari al 5%, è difficile da ignorare. Le emissioni sovrane a maggiore rendimento possono riflettere problematiche di credito sottostanti o squilibri a livello di fondamentali e devono essere quindi monitorate con attenzione. È importante essere selettivi.