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Fca, le ragioni dietro le candidature di Manley, Palmer e Altavilla
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Fca, le ragioni dietro le candidature di Manley, Palmer e Altavilla

di Luciano Mondellini
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La scelta è in critica in relazione alle capacità di progettazione: le sfide tecnologiche che attendono il gruppo sono per certi versi esiziali. Dalla scelta tra ibrido, gas ed elettrico alla guida senza pilota, le vetture dei prossimi anni saranno drammaticamente diverse dalle attuali

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In attesa delle decisioni dei consigli di amministrazione di Fca, gli esperti del settore si interrogano sulle motivazioni che potrebebro far propendere per uno o per l’altro candidato alla guida del gruppo. Il piano industriale al 2022 appena varato punta molto sulle performance della Jeep e in questo senso potrebbe avere senso la nomina ad amministratore delegato di Mike Manley, numero uno appunto di Jeep. Le caratteristiche di Manley sono quelle di uno straordinario uomo di azienda ma con caratteristiche più commerciali che finanziarie.

Il chief financia officer, Richard Palmer, offre molte garanzie da questo punto di vista, tanto però da essere considerato proprio lui il candidato più attendibile. Chi lo ha visto all’opera durante la presentazione dell’ultimo piano industriale ha notato come Palmer abbia la perfetta padronanza della complessa macchina industriale del gruppo. Altri invece vedono la sua nomina come una sorta di traghettatore, date le sue minori competenze operative, ma a rafforzare la sua candidatura c’è la condivisione per cui il gruppo post Marchionne entrerebbe comunque in un periodo in cui la finanza e le operazioni di finanza straordinaria conteranno molto.

Alfredo Altavilla è il capo dell'Emea (Europa, Medio oriente e Africa) e una sua nomina indicherebbe implicitamente la prossimità di una grande operazione straordinaria con una casa asiatica (Hyundai su tutte): in questo caso la profonda conoscenza del sistema produttivo in Europa e dei suoi sistemi sindacali farebbe premio.

Un'altra ipotesi, di maggior compromesso vista anche l’urgenza della decisione, è che si decida per una distribuzione delle deleghe per competenza (Jeep a Manley e la finanza a palmer), e questo potrebbe significare prendere tempo perché si sta cercando un manager esterno. Al riguardo è emerso il nome di Vittorio Colao, ex ceo di Vodafone, da poco uscito dal gruppo. Colao ha dalla sua la competenza nel gestire società fortemente globalizzate, anche se non manifatturiere, e soprattutto l’italianità (anche se le sue esperienze con realtà prettamente italiane come la Rcs non si sono dimostrate esaltanti). Sempre se la famiglia Elkann-Agnelli voglia ancora considerare questo come un fattore premiale.

Quale che sia la scelta, sarà comunque critica la scelta in relazione alle capacità di progettazione: le sfide tecnologiche che attendono il gruppo sono per certi versi esiziali: dalla scelta tra ibrido, gas ed elettrico alla guida senza pilota, le vetture dei prossimi anni saranno drammaticamente diverse dalle attuali. Chi, dentro e fuori il gruppo, sarà capace di guidare questo nuovo capitolo?

Orario di pubblicazione: 21/07/2018 13:44
Ultimo aggiornamento: 21/07/2018 13:55


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