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La primavera porta buone notizie sulla pubblicità e Mediaset tiene testa alle vendite
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La primavera porta buone notizie sulla pubblicità e Mediaset tiene testa alle vendite

di Francesca Gerosa
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I conti del primo trimestre 2018 sono pressoché in linea con le attese degli analisti che hanno apprezzato la previsione del management di una raccolta pubblicitaria nei primi cinque mesi dell'anno in leggera crescita rispetto al pari periodo del 2017 grazie alle società di telecomunicazioni. E la Coppa del Mondo è la ciliegina sulla torta. Mediobanca conferma il rating outperform sul titolo

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La primavera porta buone notizie sulla raccolta pubblicitaria di Mediaset. Così Mediobanca Securities intitola una nota di oggi di commento ai conti del primo trimestre 2018 della società che, in sintesi, hanno evidenziato un utile netto di 3,5 milioni di euro, in calo rispetto ai 15,8 milioni dello stesso periodo dello scorso anno, ricavi a 860,6 milioni, in flessione rispetto agli 889,3 milioni fatturati nei primi 3 mesi del 2017, con l'Italia che ha contribuito per 631 milioni di ricavi dai 649,3 milioni di un anno fa, un ebit pari a 53,9 milioni a fronte dei 76,2 milioni dei primo trimestre dello scorso anno e un indebitamento finanziario netto diminuito a 1,37 miliardi di euro.

Per il gruppo il periodo "ha scontato una congiuntura pubblicitaria riflessiva dovuta all'instabilità politica e ancora non beneficia dei positivi effetti economici dell'accordo strategico con altre piattaforme distributive raggiunto in Italia lo scorso 30 marzo 2018". Nei primi quattro mesi dell'anno la raccolta pubblicitaria del gruppo in Italia ha evidenziato un andamento sostanzialmente allineato a quello dello stesso periodo dell'anno precedente. Ma le previsioni per il mese di maggio proiettano la raccolta pubblicitaria dei primi cinque mesi dell'anno in leggera crescita rispetto al pari periodo del 2017.

"Risultati perfettamente in linea con le nostre previsioni", commentano gli analisti di Mediobanca. Più nel dettaglio, "nel settore domestico i ricavi pubblicitari netti sono diminuiti dell'1,3% a 433 milioni dal -0,5% del quarto trimestre 2017, esattamente in linea con le nostre stime. Anche i ricavi della pay-tv sono calati del 9% dal -10% del quarto trimestre 2017. Le vendite complessive delle attività italiane integrate sono state pari a 610 milioni di euro, -3%, perfettamente allineate alle nostre previsioni di 610 milioni di euro".

Invece, la perdita operativa a livello di ebit per il business televisivo italiano a 35 milioni di euro ha deluso le attese degli analisti della banca d'affari che si aspettano un rosso inferiore a -32 milioni. "Aprile e maggio hanno però portato buone notizie sulla raccolta pubblicitaria della tv in chiaro di Mediaset e la Coppa del Mondo Fifa è la ciliegina sulla torta", prosegue l'analisi degli esperti di Mediobanca i quali ricordano che il management di Mediaset, durante la conference call di commento ai conti, ha detto che la raccolta dovrebbe essere piatta nei primi quattro mesi dell'anno e che, anche se maggio non è ancora chiuso, l'aspettativa è di una performance di 5 milioni in territorio positivo.

"Sospettiamo che le tlc siano il più grande driver di questa performance, anche se il management ha affermato che gli operatori di telecomunicazioni  sono ancora in una fase di "wait and see". Comunque, la ripresa della raccolta pubblicitaria organica dovrebbe essere sostenuta dalla Coppa del Mondo Fifa, per al quale la visibilità sta migliorando grazie alle prenotazioni anticipate. Certo che l'incertezza politica potrebbe ancora influire negativamente sul continuo miglioramento del quadro macro", avvertono a Mediobanca. "La possibilità di nuove elezioni, in estate o in autunno, non favorisce gli investimenti pubblicitari", ha sottolineato ieri Matteo Cardani, general manager marketing di Pubblitalia. 

Mediaset ha in ogni caso confermato i target 2018, compresa la pay-tv, e per quanto riguarda l'accordo per tre anni con Tim a partire dal 1 gennaio 2019 l'ebit dovrebbe oscillare tra 10 milioni e 15 milioni di euro l'anno, a seconda del numero di abbonati di TimVision. Infine, sui diritti pay-tv della serie A, è stato confermato l'approccio opportunistico e "vogliamo capire come evolverà la situazione. Se ci sarà un'altra asta la guarderemo. La nostra base è il piano industriale al 2020 che prevede una pay-tv senza calcio e un'eventuale acquisizione dei diritti dovrà migliorare la situazione attuale", ha affermato Simone Sole, director head of finance and M&A.

Di recente, ricordano gli analisti di Fidentiis, Mediaset aveva dichiarato di non voler vendere a Sky le proprie attività legate alla pay-tv, ma di aver mantenuto l'opzione put (da esercitarsi entro la fine dell'anno) al fine di mantenere aperte le possibilità in base all'esito dell'asta sui diritti del calcio. "Rimaniamo convinti che Mediaset dovrebbero spostarsi dal calcio e guardare altrove per costruire nuovi contenuti e possibilmente più accattivanti e remunerativi", suggeriscono gli analisti di Fidentiis che sull'azione hanno un rating hold.

In conclusione, "i risultati del primo trimestre di Mediaset sono in linea con le nostre stime e confermano l'ottimizzazione in corso dei costi. Ma la migliore notizia, che è in linea con le nostre aspettative, meno se si guarda al mercato, è che il trend della pubblicità si sta riprendendo: l'accelerazione in primavera è guidata dalle società di telecomunicazioni e la Coppa del Mondo Fifa sarà un ulteriore vantaggio nei prossimi mesi", sintetizzano a Mediobanca.

Anche per Equita la World Cup dovrebbe avere un impatto significativo (40-50 milioni) "e quindi il secondo e terzo trimestre li vediamo crescere fra il 3 e 6%", dicono gli analisti della sim, confermando le stime sulla pubblicità a +1,5% sull'anno e di ebit 2018 della tv integrata in crescita da breakeven a 120 milioni, invece sul 2019 la stima è stata migliorata del 3% a 250 milioni per l'accordo di re-transmission fees della free to air (la tv in chiaro) con Tim. "Confermiamo il rating hold su Mediaset con un target price a 3,9 euro perché l'andamento della pubblicità a inizio anno rimane incerto e poi Vivendi ha una quota del 29,9% che potrebbe creare un significativo overhang (eccesso di carta sul mercato, ndr) se abbandonasse il progetto di creare un media player in Sud Europa".

Invece per gli analisti di Mediobanca il business italiano di Mediaset vale 1,9 miliardi di euro a livello di enterprise value o 7 volte l'ebit stimato per il 2019 quando i competitor trattano a 9 volte e poi Mediaset offre un rendimento del free cash flow del 10% sulla base delle stime degli esperti, "la valutazione sembra molto interessante se si considera la leva operativa del business. Le trattative con Tim e Sky rafforzeranno i numeri delle società a nessun costo aggiuntivo e l'add-on con Sky e il miglior trend della raccolta pubblicitaria sono opzioni che possono offrire ulteriore upside per il titolo su cui manteniamo il rating outperform e il target price a 4,34 euro", concludono a Mediobanca.

A Piazza Affari il titolo Mediaset contiene le perdite (-0,54% a 3,296 euro dopo un massimo intraday a quota 3,386 euro).

Orario di pubblicazione: 16/05/2018 10:45
Ultimo aggiornamento: 16/05/2018 10:46


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