Le elezioni in Brasile arrivano in un momento delicato per i mercati emergenti, colpiti da un’ondata di pessimismo, innescata dalla crisi turca - la lira ha perso circa il 40% del suo valore contro il biglietto verde, da inizio anno - e trasmessa per effetto contagio ad altri mercati emergenti. Specialmente quelli percepiti come più vulnerabili, iper-indebitati in dollari o penalizzati da un elevato disavanzo fiscale e delle partite correnti. Il Brasile, con il real in caduta di quasi il 20% da gennaio, è tra i Paesi che evidenziano alcune fragilità.
“L'insufficienza di azioni decisive per controllare la spesa pensionistica del Brasile è una delle ragioni principali per cui il deficit fiscale del paese è rimasto superiore al 7% del PIL negli ultimi quattro anni. Con una spesa totale per la sicurezza sociale vicina al 45% della spesa pubblica e un aumento annuo del numero di beneficiari pari al 3,5%, c'è poco spazio per ulteriori investimenti volti a incrementare la produttività nelle infrastrutture fisiche e sociali”, spiega Maarten-Jan Bakkum, senior emerging markets strategist di NN Investment Partners. “Questo è il motivo principale per cui il potenziale di crescita dell'economia brasiliana rimane basso (circa il 2%) e il rapporto fra debito pubblico e PIL continua a crescere rapidamente, al ritmo di circa cinque punti percentuali all'anno”.
Secondo Bakkum, se il prossimo presidente, che sarà eletto in ottobre, non porterà proposte efficaci per controllare gli investimenti in sicurezza sociale, è probabile che i mercati finanziari vadano incontro a un brusco sell off, spingendo i tassi reali verso il basso e quelli d’interesse verso l’alto, esercitando così una maggiore pressione ad agire sulla nuova leadership brasiliana.
Attualmente, due candidati sembrano avere buone possibilità di vincere: il nazionalista di destra Jair Bolsonaro e l'ex sindaco di sinistra di San Paolo, Fernando Haddadad (il sostituto di Lula da Silva, cui è stato vietato di candidarsi). Bolsonaro è in testa nei sondaggi. “Ma sebbene si presenti come candidato anti-establishment”, osserva lo strategist di NN ip, “le sue idee economiche sono simili a quelle dell'attuale governo. Il suo problema principale è che il suo partito ha poco peso nella politica brasiliana e gli analisti politici mettono in discussione la sua potenziale efficacia come presidente oltre a dubitare del suo impegno per attuare le necessarie riforme”. Quanto allo sfidante, Haddad, non è molto noto, anche se è probabile che la situazione cambi, ora che ha ricevuto l’endorsement ufficiale di Lula. “Il programma economico Lula/Haddad comprende la fine della fiscal rule messa in campo dall'attuale governo provvisorio, riforme pensionistiche insignificanti, la sospensione del programma di privatizzazione e controlli sui capitali per limitare la volatilità del mercato. Tutto ciò significa che ad una eventuale vittoria di Haddad i mercati reagirebbero negativamente”.