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Il governo completa la squadra e i grillini mantengono comunicazioni ed editoria

Nomine, Di Maio si tiene strette le tlc

di Andrea Pira
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Ben 6 viceministri e 39. Castelli e Garavaglia affiancheranno Tria al Mef. Le deleghe saranno decise domani e a Savona potrebbero andare i rapporti con Bce e Fmi

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Per completare tutte le caselle dell’esecutivo è servita l’intera giornata di ieri. Soltanto in tarda serata a Palazzo Chigi si è riunito il Consiglio dei ministri convocato per ratificare le nomine di viceministri e sottosegretari. Un accordo di base era comunque stato raggiunto nel primo pomeriggio durante un vertice tra il premier Giuseppe Conte e i suoi due vice, nonché e soprattutto leader delle due formazioni che compongono la maggioranza, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Le caselle del governo pentaleghista riflettono gli equilibri tra le due forze politiche. E così come nei passati governi i propositi di fare una squadra la più snella possibile si sono scontrati con la necessità di conciliare le esigenze di tutti. Alla fine i viceministri sono 6 e 39 i sottosegretari. Entro domani arriveranno anche le deleghe, sulle quali ancora si cerca l’ultima quadra. Il presidente del Consiglio, come confermato anche da Salvini, manterrà in capo a sé quella ai servizi segreti, per la quale si era parlato del pentastellato Vito Crimi, attuale presidente della commissione speciale per gli atti urgenti del governo al Senato. Ai 5 Stelle è andata invece la delega alle telecomunicazioni. È stato lo stesso Di Maio a ribadire di voler mantenere le tlc all’interno del ministero dello Sviluppo economico, del quale è a capo, e quindi di voler gestire in prima persona i dossier al riguardo, che spaziano dalla Rai fino ai temi che rischiano di toccare gli equilibri interni al centrodestra, considerato l’interesse di Silvio Berlusconi per le politiche che riguarderanno il gruppo Mediaset. A completare il pacchetto il M5S dovrebbe inoltre prendere la delega all’editoria, in lizza Vito Crimi. Come contropartita alla Lega andrà il Cipe, che sarà guidato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che così controllerà lo snodo per finanziare le opere infrastrutturali, uno degli argomenti sui quali l’anima più vicina alla decrescita del Movimento 5 Stelle e il partito di Matteo Salvini sono su posizioni più distanti. Per contro ai pentastellati dovrebbe andare la gestione dei fondi di coesione in capo al ministero per il Sud affidata alla ministra Barbara Lezzi. Mancato titolare del Tesoro, a Savona, secondo indiscrezioni, potrebbe andare la delega ai rapporti con la Banca centrale europea e con il Fondo monetario internazionale. Non è stato quindi un caso che ieri mattina, nell’incontro con Conte per fare il punto sulle priorità del governo, assieme ai ministri per l’Economia, Giovanni Tria e a Di Maio, ci fosse anche il professore, responsabile per gli Affari europei. Sempre ieri il ministro, nel corso della presentazione della sua autobiografia, in linea con quanto messo nero su bianco nel contratto tra Lega e 5Stelle, ha quindi fatto accenno alle necessità per la Bce di avere uno statuto simile a quello della Fed statunitense, «deve avere il potere di agire come le altre grandi banche centrali e deve poter intervenire sui cambi».
La lista, uscita in nottata, prevede come viceministri all’Economia la grillina Laura Castelli e il leghista Massimo Garavaglia, con sottosegretari Massimo Bitonci (Lega) e Alessio Villarosa (M5S).
Allo Sviluppo economico vice di Di Maio sarà il leghista Dario Galli. Sottosegretari: Andrea Cioffi e Davide Crippa (M5S) e Michele Geraci (Lega).
Agli Esteri vice di Moavero sarà Emanuela Del Re (M5S), sottosegretari: Manlio Di Stefano (Lega), Ricardo Merlo (Maie) e Guglielmo Picchi (ex forzista ora in quota Lega). La squadra di Salvini all’Interno è stata completata da Stefano Candiani (Lega), Carlo Sibilia e Luigi Gaetti (M5S) e Nicola Molteni (Lega).
Infrastrutture e Trasporti, con il ministro Danilo Toninelli lavoreranno i leghisti Edoardo Rixi e Armando Siri, e l’ex deputato M5S Michele Dell’Orco. Posti d’onore tra i sottosegretari a Palazzo Chigi per Vincenzo Spadafora, il più vicino in assoluto a Di Maio, che si occuperà di Pari opportunità, mentre a Crimi, come già detto, è andata la cruciale delega sull’Editoria. (riproduzione riservata)

MF - Numero 115 pag. 4 del 13/06/2018


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