Atlantia ha annunciato di aver sottoscritto il 12 ottobre con Banco Santander, Bnp Paribas filiale italiana e Unicredit una nuova linea revolving per general corporate purposes di durata triennale per 2 miliardi di euro. Nell'operazione la società è stata assistita dallo studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, mentre Latham & Watkins ha assistito le banche finanziatrici.
A Piazza Affari il titolo Atlantia è debole (-0,20% a 17,48 euro) dopo che il leader del M5S, Luigi Di Maio, ha confermato che, a seguito del crollo del ponte Morandi, la revoca della concessione alla controllata Autostrade per l'Italia (Aspi) sta andando avanti e ha annunciato che le modifiche al decreto Genova includeranno un articolo con la sospensione temporanea della concessione nell'area del ponte Morandi con attribuzione della responsabilità al Commissario straordinario, Marco Bucci.
Mentre una fonte ha riferito a Il Fatto che Aspi avrebbe inviato una lettera al capo dell'Autorità di vigilanza delle concessioni autostradali del Mit affermando che il rapporto della commissione speciale del Mit sul ponte Morandi, pubblicato a metà settembre, non avrebbe valore legale, essendo privo di imparzialità, privacy e obiettività. Pertanto, secondo Aspi, i membri della commissione possono essere accusati di responsabilità. In particolare, Aspi ha sottolineato che il rapporto stesso afferma che non è possibile trarre conclusioni esatte dagli elementi disponibili, quindi, le analisi fatte nel rapporto sono solo ipotesi.
Oltre confine, invece, secondo fonti di stampa, la chiusura dell'acquisizione da parte di Atlantia di Abertis, con il trasferimento del controllo della società spagnola nella società veicolo (50%+1 di Atlantia), sarebbe prevista per giovedì. Inoltre, secondo il sito indiano Mint, Atlantia, Macquarie e Brookfield starebbero pensando di fare un'offerta per il secondo round dell'asta per i diritti di pedaggio (TOT) dei progetti pubblici su strada e sarebbero in procinto di condurre una due diligence su questi asset, che sono stati messi all'asta dalla National Highways Authority of India (NHAI).
Questo secondo round dell'asta comprende otto tratti autostradali per un totale di 587 km attraverso Rajasthan, Gujarat, Bihar e West Bengal. Secondo il modello TOT, un concessionario paga una commissione anticipata per acquistare il diritto di operare e guadagnare dalle strade a pedaggio per un periodo di tempo prestabilito. Il contratto di concessione prevede variazioni del traffico, espansione della strada e altri rischi che i concessionari potrebbero dover affrontare.
L'offerta base è stata fissata a circa 730 milioni di dollari e il periodo di concessione è di 30 anni. La scadenza per presentare le offerte è il 5 novembre.
Si ricorda che la prima asta di diritti TOT in India su una rete di 700 km è stata vinta a febbraio da Macquarie che aveva offerto circa 1,5 miliardi di dollari, il 55% in più rispetto al minimo fissato dalla National Highways Authority of India.
E, secondo quanto riportato dal sito Mint, è probabile che gli offerenti siano meno aggressivi nel secondo round dell'asta, avendo acquisito una certa esperienza durante il primo round; in particolare, gli offerenti avrebbero capito che questi progetti continueranno a essere messi all'asta, quindi, è meglio tener conto dei rischi associati, e che gli asset stradali sono sparsi, il che può comportare alcune sfide operative per alcuni operatori.