Quest'anno il dollaro è stato il bene rifugio per eccellenza, ogni volta che è aumentata la tensione geopolitica sullo scacchiere internazionale gli investitori si sono rifugiati nel biglietto verde, in molti casi attraverso l'acquisto di Treasury che presentano rendimenti più appetibili rispetto al passato. Mentre l'oro restava nell'ombra. Ora, però, la situazione sembra destinata a cambiare. Il metallo giallo sta passando di mano a 1.222,11 dollari l'oncia con un movimento laterale del prezzo. Il tutto in attesa dell'incontro in occasione del G20 a Buenos Aires tra Donald Trump e Xi Jinping.
Secondo alcuni operatori se Trump e Xi non troveranno un accordo sul commercio la Fed prendere una pausa nel rialzo dei tassi l'anno prossimo per placare l'aumentata volatilità e questo farebbe salire i prezzi dell'oro. Senza dimenticare che anche l'incertezza legata alla Brexit e all'Italia potrebbe portare gli investitori a riscoprire l'oro come bene rifugio.
Gli analisti ritengono che la direzione dell'oro nel breve termine sarà determinata dai movimenti sul biglietto verde, che potrebbe subire pressioni al ribasso se la Fed diventasse più cauta in risposta a un rallentamento dell'economia globale. Il prezzo dell'oro ha perso il 10% dai picchi di aprile 2018 e ora la performance da inizio anno è negativa del 6%. In una nota Goldman Sachs ha scritto: "Quest'anno l'oro è stato penalizzato dai venti contrari di molte posizioni speculative. Ora è ai livelli più bassi dal 2002 e crediamo difficile che scenda ulteriormente, anzi potrà rimbalzare non appena il trend del dollaro forte finirà".
Non solo. Secondo molte investment bank se l'economia Usa rallenterà l'anno prossimo, come molti si aspettano, l'oro potrà beneficiare di un aumento della domanda degli asset difensivi. D'altronde i primi segnali di un'inversione di tendenza si sono visti già ad ottobre. Come sottolinea Nitesh Shah, director of research di WisdomTree: "Dopo diversi mesi di sottoperformance, a ottobre i prezzi dell'oro sono cresciuti, facendo vacillare il mercato. Gli short in futures sull'oro si sono accumulati in risposta all'inazione della materia prima. Nella prima settimana di ottobre, la posizione corta netta nei futures sull'oro è salita al livello più alto dal febbraio 2001. Considerando eccessivo il sentimento negativo verso l'oro durante questo periodo, ci aspettavamo da tempo che gli short massicci si dissolvessero"
Shah aggiunge: "Nella terza settimana di ottobre, gli short speculativi sui futures dell'oro si sono contratti del massimo della serie storica (con dati che risalgono al 1995). Inoltre, la Banca centrale ungherese ha annunciato di aver acquistato 28,4 tonnellate d'oro nelle prime due settimane di ottobre. Ciò ha rappresentato un aumento di dieci volte della sua detenzione, riportando il totale a livelli registrati l'ultima volta nel 1946. Anche la banca centrale russa ha annunciato di aver acquistato 37 tonnellate d'oro a settembre. Questi annunci di acquisti hanno agito come un propulsore per l'oro, con un aumentato del 2,1% il mese scorso. L'oro rosa se l'è cavata anche meglio, con un guadagno del 2,2%".
Per quanto riguarda il palladio "dalla metà di agosto i prezzi sono aumentati, invertendo quasi tutte le perdite subite da gennaio 2018 (quando è stato toccato un massimo storico). Il metallo è in deficit di offerta (essendo quest'ultima inferiore alla domanda). Data la concentrazione dell'offerta dal Sud Africa e dalla Russia (circa il 40% da ogni Paese), gli operatori di mercato sono preoccupati per la continuità dell'offerta. Con l'amministrazione Trump che minaccia di ritirarsi dal trattato sul controllo delle armi nucleari stipulato con la Russia, alcuni temono che l'approvvigionamento di palladio del paese possa essere compromesso. A ottobre il prezzo del palladio è aumentato del 3,8%", conclude Shah.