"Le cose che si sono viste nell'assemblea di sabato non hanno nulla a che fare con un grande partito progressista che ha governato bene l'Italia per una legislatura. Cose indecorose per il Paese", sostiene, a proposito del Pd, Carlo Calenda secondo il quale il partito "rischia di finire. Un partito che diventa la somma di "io sto con Renzi, io sto con Franceschini, io sto con Y", non è più un partito ma una terza media all'ora di ricreazione".
Nessuna tentazione di "restituire la tessera", "però è chiaro che il Pd così com'è non va da nessuna parte e non basta più. Siamo diventati un partito incomprensibile", insiste, "non saprei neppure spiegare a un cittadino quello che è successo lì dentro. Avevo già detto che ci voleva una grande segreteria costituente in cui ci fossero tutte le persone che hanno rappresentato il Pd oggi e ieri, Veltroni, Franceschini, Letta, Orlando, Renzi, Gentiloni, Pinotti e Finocchiaro. Con delle donne capaci in segreteria magari il tasso di testosterone diminuisce. Oltretutto è incomprensibile questa guerra tra persone che sono state al governo insieme. Su cosa ci stiamo dividendo?".
Calenda auspica, quindi, che "ci sia la forza di sospendere ogni confronto insulso e di avere in Gentiloni il punto di riferimento". Per quanto riguarda invece l'eventuale governo gioalloverde, Calenda si dice "molto preoccupato. Sarà un governo elettorale che porterà instabilità e conflittualità. Inizieranno a dire che l'Europa non gli fa fare le cose e chiederanno nuove elezioni. Le prossime saranno come quelle del 1948: definiranno la nostra collocazione internazionale. Bisogna prepararsi ora".