"Per me quei fischi sono un segnale che non dobbiamo sottovalutare, ma non accetto nemmeno generalizzazioni. Da quei fischi dobbiamo ripartire per cambiare e per costruire l'alternativa forte a chi governa oggi", ha detto il segretario del Pd, Maurizio Martina, dopo i fischi ai funerali di Stato a Genova all'indirizzo di esponenti del Partito democratico.
"Abbiamo vissuto giorni cattivi", ha osservato, "avvelenati dalle falsità e dalla propaganda di Lega e 5 Stelle che anziché unire le forze nell'emergenza hanno esasperato il clima. La ricerca del nemico durante le ore dei soccorsi è stata un'operazione squallida. Ciò detto, oggi la rabbia incrocia paure e solitudini ed esce dalla dimensione privata per diventare un fatto pubblico sempre più spesso. I social sono la nuova piazza. E il nodo della nostra distanza da larghe fasce di cittadini c'è. Va affrontato con sincerità. Il punto per me è dare risposte chiare ai conflitti aperti nella società, sapere chi vogliamo tutelare e rappresentare ed essere coerenti nei comportamenti".
Martina ha aggiunto di aver "trovato vergognose le falsità di Di Maio e Toninelli su di noi. Ho trovato lunare il non ricordo di Salvini che ha votato la norma per le concessioni nel 2008 mentre il Pd votava contro. La nostra posizione sul concessionario è stata netta. Si accerti la verità e chi ha sbagliato paghi tutto. Autostrade è il concessionario, deve rispondere pienamente di quanto è avvenuto, senza nessuna giustificazione. Noi vogliamo in tempi rapidi i processi della giustizia. Per noi i cantieri si devono aprire, non bloccare. Un partito serio fa così".
A Matteo Renzi, che dice che bisogna ribattere colpo su colpo a 5 Stelle e Lega, Martina ha risposto che "sicuramente dobbiamo combattere di più per rispondere alla macchina delle falsità. Detto questo, alla politica dell'odio virale dobbiamo contrapporre il nostro impegno diretto a fianco delle persone".
In merito all'ipotesi di revocare la concessione ad Autostrade, Martina ha sottolineato: "Non la escluderei. Ma per essere seri bisogna analizzarne tutti gli effetti, le conseguenze e i costi nell'interesse generale. Ed essere chiarissimi nelle eventuali scelte alternative. Chi fa cosa e come e con quali garanzie. Non il contrario, come ha fatto fino a qui il governo nella sua ansia esasperata di annunci. Non è uno scherzo".