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Per avere la pace in Medio Oriente un modello c’è, ed è vecchio di 370 anni
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Per avere la pace in Medio Oriente un modello c’è, ed è vecchio di 370 anni

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Secondo molti storici tedeschi, la pace di Westfalia del 1648, che pose fine alla guerra dei trent’anni nei territori dell’attuale Germania, dovrebbe essere presa ad esempio sia come metodo sia negli strumenti, per risolvere la guerra in Siria

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Esattamente 400 anni fa, seguaci protestanti gettarono fuori dalla finestra del terzo piano di un palazzo a Praga tre rappresentanti cattolici del Sacro Romano Impero. Tutti e tre sopravvissero, perché caduti su un cumulo di letame (la versione protestante) o grazie all'intervento divino (versione cattolica). Quell’episodio non particolarmente grave, innescò invece una serie di eventi che nessuno avrebbe potuto prevedere, e che rimangono ancora oggi sconcertanti. Il risultato: per trent'anni, il Sacro Romano Impero della nazione tedesca, più o meno l'odierna Germania, divenne un campo di battaglia. In cui morì circa uno su tre dei suoi abitanti, in alcune regioni due su tre.

Ma poi, 370 anni fa, dopo cinque anni di tortuose trattative, i principi e le potenze d'Europa fermarono lo spargimento di sangue, firmando tre dei più famosi trattati della storia, la pace di Westfalia, che ha dato vita al moderno sistema degli Stati. E secondo un’analisi di Andreas Kluth, direttore del sito tedesco Handelsblatt Global, proprio quel trattato è di particolare rilevanza oggi per tutti coloro che si preoccupano di riportare la pace in Medio Oriente.

Questa, almeno, è la premessa di molti politici e studiosi tedeschi, che hanno maggiore familiarità con la Guerra dei Trent'anni rispetto ai loro colleghi anglosassoni. Angela Merkel, cancelliere tedesco, ha recentemente affermato che paragonare il conflitto odierno in Siria alla guerra dei trent'anni “non è inappropriato". Nel suo precedente incarico di ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, ora presidente della Germania, aveva affermato che "la Pace in Westfalia non può darci un piano per la pace in Medio Oriente, ma forse strumenti, metodi e idee per la pace".  

Che cosa rende il confronto così allettante? Secondo Handelsblatt, Per cominciare, entrambe le guerre hanno avuto origine in stati sostanzialmente falliti.  A differenza delle monarchie francese, spagnola o inglese, il Sacro Romano Impero non era riuscito a centralizzare il potere. Voltaire lo definì "in nessun modo sacro, né romano, né impero". Analogamente, Siria, Yemen, ma anche l'Iraq e altri Stati della regione non hanno avuto governi coerenti fin dalla primavera araba.

In secondo luogo, l'intero Medio Oriente, come l'Europa centrale, si trova al centro di linee di frattura religiose. In Germania, la Riforma luterana aveva sollevato, ma non risolto, questioni precarie sull'equilibrio tra cattolici e protestanti, sia nell'Impero che all'interno di ciascun principato. Analogamente, oggi il Medio Oriente è diviso tra l'Islam sunnita e quello sciita.

In terzo luogo, ora come allora, questa geografia settaria è una piattaforma per la politica di potenza di attori esterni attirati dal vuoto politico. Allora la Guerra dei Trent'anni divenne uno scontro tra superpotenze regionali come Austria, Spagna, Francia, Danimarca e Svezia. Il Medio Oriente oggi è una scacchiera per la lotta tra l'Arabia Saudita sunnita e l'Iran sciita, ma anche per la Turchia, Israele, la Russia e gli Stati Uniti.

Questi interessi a più livelli confondono le divisioni religiose. In vari punti del XVII secolo, la Sassonia protestante sosteneva l'imperatore cattolico; la Svezia protestante combatteva allo stesso modo contro la Danimarca protestante, e così via. Oggi la Turchia (sunnita), la Russia (ortodossa) e l'Iran (sciita) si trovano sullo stesso versante (quello di Assad) in Siria. Così come la Guerra dei Trent'anni ha avuto una fase boema, una danese e una svedese, il conflitto odierno in Medio Oriente sembra avere, tra le altre cose, fasi palestinesi, libanesi, yemenite, irachene, curde e siriane.

In quarto luogo, entrambe le guerre sono condotte non solo da Stati, ma anche da milizie private. Quattro secoli fa, questo includeva signori della guerra a capo di eserciti. Oggi si spazia dai gruppi di ribelli curdi e siriani alle reti terroristiche. Questa presenza di profittatori, per i quali la guerra è un modello di business, rende allora come oggi la tregua molto sfuggente.

Ma a un certo punto anche la guerra dei Trent'anni ebbe fine. Così può finire anche la guerra in Medio Oriente. Quali sono, allora, gli "strumenti, i metodi e le idee", come ha detto Steinmeier, che i politici di oggi potrebbero prendere in prestito dalla pace di Westfalia?

Elisabeth von Hammerstein, esperta del Körber-Stiftung, un think tank di Berlino, pensa che il primo prerequisito sia che un gruppo numeroso di partecipanti capisca che la guerra semplicemente non si può vincere: nessuna parte può prevalere, ma ognuno può negare la vittoria agli altri. Il secondo requisito è, nell'avviare i negoziati, lo stabilire che la questione religiosa deve essere neutralizzata: Tutti le parti coinvolte devono rinunciare alla loro pretesa di verità teologica, separando la fede dalla politica.

La terza condizione, e lezione, è che i negoziatori accettino un'amnistia generale per tutte le atrocità e le ingiustizie che si sono già verificate. Questo è difficile da immaginare in Medio Oriente di oggi, ma così fu nella Germania del 1640. Westfalia ha dimostrato che non si può avere pace e giustizia allo stesso tempo.

In quarto luogo, sono necessarie nuove istituzioni regionali per affrontare le controversie con l'arbitrato invece che con la violenza. Nel Sacro Romano Impero, ciò assunse la forma di strutture confederali (non dissimili da quelle dell'odierna Unione Europea). In Medio Oriente, questi forum di arbitrato dovrebbero essere creati ex novo.

In quinto luogo, le grandi potenze esterne devono, come nel 1648, garantire in modo credibile il trattato di pace, di fatto vigilando l'una sull'altra e sui firmatari della regione affinché siano rispettati i termini. Ciò significa che Iran, Arabia Saudita, Turchia, Russia e Stati Uniti devono svolgere ruoli simili a quelli di Francia, Spagna, Austria, Danimarca e Svezia. Tutto questo oggi sembra inimmaginabile. Ma era altrettanto inimmaginabile quattro secoli fa.

Orario di pubblicazione: 10/08/2018 12:22
Ultimo aggiornamento: 10/08/2018 12:25


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