Sabaf ha chiuso il 2018 con un utile netto di 15,6 milioni euro, in crescita del 5,3% rispetto ai 14,835 milioni del 2017. Equita si aspettava un utile netto più basso a 14,1 milioni di euro. Così in borsa il titolo Sabaf sale a quota 15,16 euro (+1,47%). I ricavi sono aumentati di poco a 150,6 milioni (+0,3% anno su anno), l'ebitda è sceso a 30 milioni (-3,2%), l'ebit a 16,4 milioni (-9,4%). Al 31 dicembre 2018 l'indebitamento finanziario netto era pari a 53,5 milioni, rispetto ai 53,2 milioni del 30 settembre 2018 e ai 25,5 milioni di euro del 31 dicembre 2017.
L'incremento dell'indebitamento finanziario nel corso dell'esercizio è imputabile principalmente all'acquisizione di Okida, che ha comportato un esborso di 24,1 milioni di euro. Inoltre, Sabaf ha distribuito dividendi per 6,1 milioni di euro e acquistato azioni proprie per 2,5 milioni di euro. Nel solo quarto trimestre i ricavi sono stati pari a 36,2 milioni (-3,3% anno su anno), l'ebitda a 7 milioni (+2,8%), l'ebit a 2,8 milioni (-23%) e l'utile netto a 3,2 milioni (-29,6%).
La società ha sottolineato che nel corso del quarto trimestre del 2018 il peggioramento del quadro macroeconomico europeo e mediorientale, solo parzialmente controbilanciato dalla positiva intonazione del mercato nordamericano, ha determinato un rallentamento delle vendite del gruppo. I mercati che hanno maggiormente risentito del deterioramento della situazione economica sono stati l'Italia, la Turchia e il Medio Oriente. Al contrario, le vendite in Nord America hanno mantenuto un tasso di crescita intorno al 20%.
"A conferma della più che solida posizione competitiva del gruppo, Sabaf ha conseguito risultati economico finanziari di rilievo e in linea con i trend storici aziendali in un anno caratterizzato da un diffuso deterioramento macroeconomico, apparso più evidente nell'ultimo trimestre", ha affermato il ceo, Pietro Iotti, aggiungendo che nel corso del 2018 l'acquisizione di Okida Elektronic "ha significato il primo passo della strategia di sviluppo e di diversificazione della gamma di prodotto e potenziato le già interessanti prospettive di crescita del gruppo. Continuiamo, con determinazione, a lavorare secondo le linee del piano industriale, sia con buone potenzialità di crescita organica, che valutando ulteriori concrete opportunità di espansione per linee esterne".
Per quanto riguarda l'outlook 2019, in un contesto di mercato ancora complesso, il gruppo punta a raggiungere vendite in un range compreso tra 160 e 165 milioni di euro e una redditività operativa lorda superiore al 20%. "Queste ipotesi considerano uno scenario macroeconomico non influenzato da eventi imprevedibili; qualora la situazione economica dovesse subire significative variazioni, i valori consuntivi potrebbero discostarsi dai dati previsionali", ha avvertito il gruppo.
Infine, la società ha comunicato che, a seguito delle dimissioni del consigliere Renato Camodeca, comunicate il 23 gennaio scorso, il cda ha provveduto a integrare la composizione del Comitato Controllo e Rischi, nel quale entra Carlo Scarpa, e del Comitato Remunerazione e Nomine, nel quale entra Daniela Toscani. Il Comitato Controllo e Rischi è pertanto attualmente composto dai consiglieri Nicla Picchi (Presidente), Daniela Toscani e Carlo Scarpa; il Comitato Remunerazione e Nomine è composto dai consiglieri Daniela Toscani (Presidente), Alessandro Potestà e Stefania Triva. Lead Independent Director è stato nominato Nicla Picchi.