Insieme a tutti i dubbi e i pericoli che il governo pronto a partire rappresenta, ce n’è uno totalmente falso, ed è auspicabile che il presidente della Repubblica non si lasci condizionare dalle istituzioni bancarie nazionali e internazionali.
Il falso pericolo è quello che invece viene segnalato come tale della nomina di Paolo Savona a ministro dell’economia, il prof. Paolo Savona ex capo ufficio studi della Banca d’Italia, ex pupillo di Guido Carli, ex ministro dell’industria del governo Ciampi e prima ancora ex direttore generale della Confindustria.
Savona, è vero, è un euroscettico con razionalità assoluta. Tradotto in poche parole (e il libretto pubblicato da Milano Finanza, Quando a Carli tremò la mano, tre settimane fa ne è una riconferma) il concetto del professor Savona è il seguente: il trattato di Maastricht ha stabilito degli obiettivi e di conseguenza sono stati stabiliti dei parametri all’economia dei paesi dell’Unione europea. È di tutta evidenza che gli obiettivi di Maastricht sono stati in larghissima parte mancati. Se si vogliono ottenere ancora validi per tenere l’Europa unita gli obiettivi di Maastricht, è indispensabile ridiscutere i parametri.
È perfino offensivo sia pure in un governo assai bizzarro e con fondamenta precarie pensare che Savona possa essere un pericolo per l’Italia in Europa: al contrario, una personalità della sua razionalità, della sua esperienza, della sua dignità con capacità critica nei confronti di tutti è la migliore garanzia che ci possa essere per far sì che l’Unione europea non imploda.
Savona, se diventerà ministro dell’economia come auspicabile e come è bene che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella determini, sarà sicuramente una figura non dipendente dalle forze politiche che si apprestano a formare il governo.
Savona non prenderà certamente ordini, ma avendo scritto l’articolo 38 del piano collegato all’articolo 3 del trattato di Maastricht, sarà una garanzia per tutti
Pensare di imporre per quella posizione di ministro dell’economia un banchiere con scarse conoscenze internazionali, con nessuna esperienza di governo e per di più abituato a dire sempre sì invece che no quando serve, sarebbe un grave errore per l’Italia e per l’Europa. Se c’è una luce in un governo dai piedi d’argilla è sicuramente la prospettiva di Savona ministro dell’economia. (riproduzione riservata)
MF