Tokyo chiude oggi positiva (+0,64%), ma è la Cina a essere molto cauta in vista del G20 in Argentina il 30 novembre e 1 dicembre e del meeting Opec del 6 dicembre. Alle ore 7:30 italiane l'Hang Seng cede lo 0,31% mentre Shanghai perde lo 0,24%. Oro in flessione dello 0,10% a 1.227,5 dollari l'oncia, petrolio Wti americano ancora in discesa, cede di nuovo lo 0,72% a 51,26 dollari il barile, una caduta del 32,6% rispetto ai massimi toccati a ottobre.
L'euro intanto guadagna lo 0,10% a 1,1339 e lo yen cede appena lo 0,09% a 113,49 sul dollaro. Criptovalute in leggero recupero sul crollo dei giorni scorsi, il Bitcoin sale del 2,8% ma resta sotto soglia 4mila, a 3.722 dollari. L'Arabia Saudita ha alzato la produzione di petrolio al massimo storico in novembre, ha confermato a Reuters una fonte del settore, pompando da 11,1 milioni a 11,3 milioni di barili al giorno anche su pressione del presidente americano Donald Trump (con in mano l'arma dell'omicidio del giornalista Kashoggi da giocare) che vuole calmierare l'inflazione negli Usa evitando che la Fed alza i tassi di nuovo.
I prezzi del petrolio hanno perso quasi un terzo del loro valore dall'inizio di ottobre, appesantiti da un eccesso di offerta e da una diffusa debolezza del mercato finanziario. "La correzione dei valori è diventata una disfatta di proporzioni storiche", ha scritto Jefferies in una nota oggi. "La reazione negativa ai prezzi è grave quanto la crisi finanziaria del 2008 e quanto la riunione dell'Opec del novembre 2015, quando il cartello decise di non agire nonostante la sovrabbondanza dell'offerta", ha aggiunto.
Ai vertici dell'Opec a Vienna il 6 dicembre sarà presente anche la Russia. L'Arabia Saudita sta spingendo formalmente per un taglio alla produzione (in bilico fra le richieste degli Usa e il fatto che i prezzi stanno scendendo molto velocemente) indicando che potrebbe ridurre l'estrazione di 500.000 barili al giorno. "Se questo calcolo parte dal livello di novembre di 11 milioni di barili, non è particolarmente eroico", ha scritto Jefferies.
Intanto sempre la Cina ha ordinato un'indagine per verificare le affermazioni di uno scienziato cinese, che sostiene di avere generato i primi bambini geneticamente modificati della storia, un atto descritto da molti ricercatori come "follia". He Jiankui, professore universitario a Shenzhen, nel sud della Cina, ha postato su YouTube un video che annunciava la nascita poche settimane fa di due gemelli il cui Dna è stato modificato per renderli resistenti al virus dell'Aids. Lo stesso scienziato ha specificato che il padre dei gemelli è sieropositivo. "Abbiamo chiesto alle autorità sanitarie della provincia del Guangdong di aprire immediatamente un'indagine approfondita per stabilire i fatti", ha fatto sapere la Commissione nazionale per la salute, dicendo di "attribuire grande importanza" al caso.