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UBS scommette su Cina e mercati emergenti
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UBS scommette su Cina e mercati emergenti

di Lorenza Roma
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UBS Asset Management sta puntando sempre di più sul mercato asiatico. Cina ed emergenti rappresentano gli elementi chiave per lo sviluppo strategico della banca svizzera. Nel 2030 gli Stati Uniti, che sono tutt’ora la potenza più importante al mondo, verranno sorpassati dalla Cina, che oggi detiene circa il 16,1% del Pil globale, e dall’India.

Nel corso degli anni abbiamo investito risorse e capacità che ci hanno permesso di raggiungere obiettivi importanti: la prima banca privata in Asia, la prima Asset Management in Cina e la prima banca di investimenti in Cina”, dichiara Giovanni Papini, Country Head Italy di UBS Asset Management. Il miracolo economico che ha caratterizzato la Cina è una conseguenza di tre fattori: la crescita demografica, l’affermazione della classe media e la creazione di infrastrutture. Il paese che ha iniziato la rivoluzione economica puntando sull'export e sulla produzione a basso costo, oggi non può più contare solo su questi driver, anche perché per sviluppare il mercato interno si sono alzati gli stipendi medi e la manodopera incomincia ad essere cara. Per questo si stanno affermando sempre di più altri paesi della regione con costi di produzione ridotti, l'India in particolare.

Il modello economico cinese, quindi, si sta spostando verso i consumi, in modo da creare una classe media sempre più numerosa e forte. Trasformazione in parte già avvenuta: nel 1950 il 90% dei cinesi abitava in campagna, oggi più del 50% abita in città. Per quanto riguarda la tecnologia, la sfida è ancora aperta con gli Stati Uniti. Ma la crescita è evidente: oggi circa il 40% dei robot vengono prodotti in Cina.

Matteo Ramenghi (foto), Chief Investment Officer UBS WM Italy, in merito alla guerra dei dazi a dichiarato: “il protezionismo è la principale minaccia dell’economia globale. In questi anni, per crescere, la Cina ha indebitato le imprese controllate dallo stato, ma noi di UBS crediamo che questo non sia un problema, per due ragioni: il debito è sostenuto da una crescita importante e il governo cinese è in grado di prendere decisioni difficili in poco tempo. Per quanto riguarda la guerra commerciale, c’è un 70% di probabilità che i due paesi trovino un accordo. Lo scenario peggiore è uno scontro con dazi del 25% sulle importazioni, ma anche in questo caso crediamo che la Cina abbia la forza per superare il problema”.

Il paese, inoltre, sta attuando misure per contrastare il rallentamento della crescita attraverso: una politica monetaria espansiva, per fornire una liquidità adeguata al sistema, lo stimolo fiscale, regolamentazioni meno stringenti e un’apertura agli investimenti stranieri. Le valutazioni sono interessanti, sia per le azioni sia per le valute. I mercati emergenti e la Cina contribuiscono al Pil mondiale: il 71% del fatturato proviene dai mercati emergenti mentre solo il 25% dai mercati sviluppati. Tra i trend più interessanti da seguire c'è quello legato all’aspetto demografico: la popolazione di over 65 crescerà sempre di più e la domanda per servizi sanitari e assicurativi richiederà il supporto dell’asset management.

Dove hanno origine i cicli di crescita e quali sono le aziende con le aspettative migliori? Pinduoduo è la terza società cinese per volumi di vendite online, permette ai clienti di condividere le informazioni sui prodotti su piattaforme social. La società ha sfruttato la popolarità di altre piattaforme e la quota di mercato raddoppierà dall’attuale 6% al 13% nel 2021.

“Le nostre soluzioni dedicate al mercato cinese sono: i fondi UBS China Opportunity e UBS Greater China (il più venduto in Italia per evitare costi sul cambio), il nuovo fondo UBS All China che investe senza limiti, il fondo obbligazionario UBS China Fixed Income e il fondo Multi Asset”. ha dichiarato: Stefano D’Autilia, Client Relationship Manager.

Orario di pubblicazione: 09/05/2019 19:06
Ultimo aggiornamento: 09/05/2019 19:17


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