Wall Street tratta in lieve rialzo, con gli investitori che restano in attesa dell'incontro tra il presidente americano, Donald Trump, e gli alti funzionari cinesi a Washington per proseguire le trattative commerciali tra i due Paesi. Il Dow Jones in rialzo dello 0,4%, l'S&P 500 dello 0,2% e il Nasdaq Composite dello 0,17%. Il vicepremier, Liu He, incontrerà oggi l'inquilino della Casa Bianca in vista del meeting, la cui data non è ancora stata definita, tra il presidente americano, Donald Trump, e la sua controparte cinese, Xi Jinping.
"Gli Stati Uniti e la Cina si stanno avvicinando alla fase finale dei colloqui commerciali ma è improbabile che concludano un accordo entro questa settimana", ha dichiarato il vicepresidente esecutivo della Camera di Commercio Usa, Myron Brilliant, sottolineando che "il leader americano Donald Trump dovrebbe comunicare oggi pomeriggio la data del prossimo summit con il presidente cinese Xi Jimping, e la prospettiva di un tale vertice indica che le due parti sono vicine a un accordo, perché i due leader non acconsentirebbero a un incontro a meno che tutte le questioni in sospeso non fossero risolte".
"Un accordo sarebbe solo un primo passo nella risoluzione del conflitto tra le due superpotenze", evidenzia Jason Daw di Societe Generale.
Infatti, "le tensioni commerciali tra Washington e Pechino sono, di per sè, solo un elemento delle frizioni di natura economica, geopolitica e militare tra Washington e Pechino", precisa l'esperto. Tuttavia i funzionari statunitensi potrebbero considerare una potenziale intesa come il primo step per la risoluzione di tensioni future.
Nel frattempo, sempre sul fronte politico, il primo ministro britannico Theresa May ha incontrato ieri il leader dell'opposizione, Jeremy Corbyn, per cercare di trovare un compromesso sul processo di Brexit che ponga fine allo stallo politico attuale. Un portavoce di Downing Street ha sottolineato che i colloqui sono stati "costruttivi, con entrambe le parti che hanno mostrato flessibilita'".
Sul fronte macroeconomico le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti (dato destagionalizzato) sono scese di 10 mila unità a quota 202 mila (218 mila unità il consenso degli economisti contattati dal Wsj). Si tratta del valore minimo dal dicembre 1969. La media mobile nelle ultime quattro settimane, considerata più attendibile dal mercato perché meno volatile, è a 213.500 unità, in calo di 4 mila unità rispetto al dato di sette giorni fa.
Il dato ha segnato un nuovo minimo dal 1969 e il mercato non ha reagito alla lettura in modo significativo. "Il mercato attende i payroll di domani", commenta un operatore a MF-DowJones, secondo cui l'economia americana è "chiaramente vicina alla piena occupazione da tempo", quindi ora gli investitori "aspettano soprattutto il dato sui salari per capire se iniziano a svilupparsi pressioni sui prezzi".
"Il dato è migliore delle attese" degli economisti, che si aspettavano un aumento a 218 mila unità, e questo potrebbe essere favorevole per le condizioni del mercato, afferma Paul Ashworth di Capital Economics. Non ci sono indizi "che suggeriscano che l'economia sia in pericolo", prosegue l'esperto.
Sul fronte valutario, il cambio euro-dollaro tratta a 1,1211, mentre sull'obbligazionario il Treasury biennale scambia con un rendimento del 2,335% e il decennale del 2,512%.