Chiesa locale
Un libro documentario per Papa Francesco a Molfetta. Ieri la presentazione
Il volume edito da "Luce e Vita"
Molfetta - giovedì 22 novembre 2018
8.47
La visita di Sua Santità Papa Francesco nella città di Molfetta, avvenuta il 20 aprile scorso, è un evento talmente carico di significato emotivo e dalla portata così storica da riecheggiare ancora nella mente e nel ricordo di chi lo ha vissuto, anche a diversi mesi di distanza: in questo senso ha contribuito a rinverdire la memoria di una giornata davvero indimenticabile la presentazione del libro documentario sulla visita del Papa, edito da "Luce e Vita", tenutasi mercoledì 21 novembre presso l'Auditorium "A. Salvucci" del Museo diocesano di Molfetta.
Non casuale la scelta della data: il 21 novembre, infatti, è stato il 36° anniversario dell'ingresso episcopale a Molfetta di Don Tonino Bello, sulle cui orme si è svolta l'intera visita pastorale del Papa nella nostra città ed in quella natale del vescovo, Alessano.
All'incontro, moderato da Francesco Saverio Rossi, giornalista Teledehon, hanno partecipato Mons. Domenico Cornacchia, vescovo della diocesi, il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, Stefano Campanella, scrittore e direttore di Padre Pio TV, don Roberto De Bartolo, direttore dell'ufficio pellegrinaggi, Gino Sparapano, direttore UCS e Luce e Vita, e Valentina d'Agostino, fotografa ufficiale dell'evento.
Ad unire tutti i vari interventi è stato un accorato ringraziamento per il Vescovo Cornacchia che, con una buona dose di audacia e coraggio, consegnò a Papa Francesco la lettera di invito per la visita nella città di Molfetta, da tenersi nell'anniversario del dies natalis di don Tonino Bello: palpabile ancora l'emozione del Vescovo al ricordo di una città unita all'insegna della civiltà e della compostezza, mentre raccontava di essersi svegliato, nella notte antecedente alla visita, non per il suono dell'ordinaria sveglia, ma per i passi dei pellegrini. Mons. Cornacchia ha parlato di una visita il cui valore gioioso non si è mai davvero esaurito e di cui è rimasto il senso profondo come una sorta di compito a casa, quello cioè di vivere dopo la messa la propria vita per gli altri, e non solo per sé stessi, come recitato dal Papa nella sua omelia a Molfetta.
Nei ricordi dei presenti, i tasselli di quella giornata si sono uniti e rinsaldati come nelle pagine del libro presentato; il sindaco Tommaso Minervini ha parlato di una comunità che, nei giorni precedenti all'evento, ha conosciuto un'unità di intenti difficile da riscontrare e di cui, promette, vedremo i frutti nel 2019 come azione condivisa tra tutte le agenzie educative, l'associazionismo, gli imprenditori, gli operai, insomma tra tutte le energie positive esistenti sul territorio e che si sono dispiegate in quei giorni.
Stefano Campanella ha rimarcato sull'attualità profonda del messaggio di don Tonino Bello, tale per cui il Papa non è venuto in città ad onorare un defunto, ma un uomo il cui profondo ardore evangelico era sopravvissuto alla morte, diventando una testimonianza che, accanto a quelle di Padre Pio e San Nicola, hanno portato il Santo Padre in Puglia per ben tre volte in pochi mesi.
Luigi Sparapano ha poi parlato della genesi del volume e della sua ideale "seconda parte", contenuta in un libro di successiva pubblicazione che raccoglierà tutto il materiale documentario relativo ai venticinque anni intercorsi dalla morte di don Tonino; a commentare poi l'aspetto prettamente visivo del lavoro, è intervenuta la fotografa Valentina d'Agostino che ha ripercorso le tappe emotive della giornata del 20 aprile, soprattutto nelle soste del Santo Padre con bambini e ammalati, che evidentemente esprimevano sui visi, immortalati nelle foto dell'evento, il bisogno di avere il Papa vicino anche per così poco.
In chiusura, è spettato a Don Roberto de Bartolo raccogliere le fila dell'incontro, rinviando simbolicamente al 1° dicembre la conclusione ideale del percorso iniziato ad aprile: infatti, in tale data, ben 3500 persone dalla diocesi di Molfetta si recheranno in pellegrinaggio dal Papa, da cui saranno ricevuti nell'aula "Paolo VI".
Se le direzioni, infatti, si intersecano, unendo Roma e la Puglia, i passi da ripercorrere però sono gli stessi: si tratta delle orme lasciate da Don Tonino e della sua "chiesa del grembiule" e, su di esse, tutti i fedeli si ritrovano pellegrini, come è stato il Santo Padre in quella indimenticata giornata di aprile.
Non casuale la scelta della data: il 21 novembre, infatti, è stato il 36° anniversario dell'ingresso episcopale a Molfetta di Don Tonino Bello, sulle cui orme si è svolta l'intera visita pastorale del Papa nella nostra città ed in quella natale del vescovo, Alessano.
All'incontro, moderato da Francesco Saverio Rossi, giornalista Teledehon, hanno partecipato Mons. Domenico Cornacchia, vescovo della diocesi, il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, Stefano Campanella, scrittore e direttore di Padre Pio TV, don Roberto De Bartolo, direttore dell'ufficio pellegrinaggi, Gino Sparapano, direttore UCS e Luce e Vita, e Valentina d'Agostino, fotografa ufficiale dell'evento.
Ad unire tutti i vari interventi è stato un accorato ringraziamento per il Vescovo Cornacchia che, con una buona dose di audacia e coraggio, consegnò a Papa Francesco la lettera di invito per la visita nella città di Molfetta, da tenersi nell'anniversario del dies natalis di don Tonino Bello: palpabile ancora l'emozione del Vescovo al ricordo di una città unita all'insegna della civiltà e della compostezza, mentre raccontava di essersi svegliato, nella notte antecedente alla visita, non per il suono dell'ordinaria sveglia, ma per i passi dei pellegrini. Mons. Cornacchia ha parlato di una visita il cui valore gioioso non si è mai davvero esaurito e di cui è rimasto il senso profondo come una sorta di compito a casa, quello cioè di vivere dopo la messa la propria vita per gli altri, e non solo per sé stessi, come recitato dal Papa nella sua omelia a Molfetta.
Nei ricordi dei presenti, i tasselli di quella giornata si sono uniti e rinsaldati come nelle pagine del libro presentato; il sindaco Tommaso Minervini ha parlato di una comunità che, nei giorni precedenti all'evento, ha conosciuto un'unità di intenti difficile da riscontrare e di cui, promette, vedremo i frutti nel 2019 come azione condivisa tra tutte le agenzie educative, l'associazionismo, gli imprenditori, gli operai, insomma tra tutte le energie positive esistenti sul territorio e che si sono dispiegate in quei giorni.
Stefano Campanella ha rimarcato sull'attualità profonda del messaggio di don Tonino Bello, tale per cui il Papa non è venuto in città ad onorare un defunto, ma un uomo il cui profondo ardore evangelico era sopravvissuto alla morte, diventando una testimonianza che, accanto a quelle di Padre Pio e San Nicola, hanno portato il Santo Padre in Puglia per ben tre volte in pochi mesi.
Luigi Sparapano ha poi parlato della genesi del volume e della sua ideale "seconda parte", contenuta in un libro di successiva pubblicazione che raccoglierà tutto il materiale documentario relativo ai venticinque anni intercorsi dalla morte di don Tonino; a commentare poi l'aspetto prettamente visivo del lavoro, è intervenuta la fotografa Valentina d'Agostino che ha ripercorso le tappe emotive della giornata del 20 aprile, soprattutto nelle soste del Santo Padre con bambini e ammalati, che evidentemente esprimevano sui visi, immortalati nelle foto dell'evento, il bisogno di avere il Papa vicino anche per così poco.
In chiusura, è spettato a Don Roberto de Bartolo raccogliere le fila dell'incontro, rinviando simbolicamente al 1° dicembre la conclusione ideale del percorso iniziato ad aprile: infatti, in tale data, ben 3500 persone dalla diocesi di Molfetta si recheranno in pellegrinaggio dal Papa, da cui saranno ricevuti nell'aula "Paolo VI".
Se le direzioni, infatti, si intersecano, unendo Roma e la Puglia, i passi da ripercorrere però sono gli stessi: si tratta delle orme lasciate da Don Tonino e della sua "chiesa del grembiule" e, su di esse, tutti i fedeli si ritrovano pellegrini, come è stato il Santo Padre in quella indimenticata giornata di aprile.