Il Presidente Conte in Cina: lo sviluppo del 5G è aperto a tutti, ma si richiedono standard di sicurezza elevati

Sono giorni estremamente rilevanti per i rapporti tra Italia e Cina nel solco del nuovo progetto infrastrutturale Via della Seta. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è attualmente in Visita in Cina, per incontrare il Presidente cinese, Xi Jinping e partecipare alle sessioni di lavoro del Belt and Road Forum.

Come prevedibile, si è discusso anche di 5G e di sicurezza nazionale, considerata come una condizione alla base dello sviluppo della nuova rete in Italia.

La Via della Seta è stata definita dal Presidente, in un post ufficiale sulla sua pagina Facebook, come “un’oppurtunità storica per aprire nuovi mercati a favore delle nostre imprese, tessendo profonde relazioni commerciali che potranno produrre importanti opportunità di investimento”.

Per Giuseppe Conte, i tre giorni di forum, dal 26 al 28 Aprile 2019, costituiranno infatti per l’Italia una nuova e preziosa occasione per contribuire al rafforzamento della cooperazione economica tra i vari Paesi.

Nel corso di una conferenza con la stampa di ieri sera, 26 Aprile 2019, Giuseppe Conte ha discusso dei principali temi trattati, tra cui il 5G e la sicurezza nazionale. Il Presidente del Consiglio ha infatti affermato che nel primo incontro è stata richiesta una parità di condizioni e una maggiore tutela della proprietà intellettuale e industriale per gli imprenditori italiani in Cina, a fronte di una maggiore apertura agli investimenti cinesi in Italia, per i quali il Governo ha già adottato alcune misure di cautela.

Si è fatto anche riferimento ad alcune dichiarazioni del Ministro delle finanze tedesco, Peter Altmaier, che avrebbe affermato come i grandi Paesi europei (Italia esclusa) siano d’accordo nel non firmare accordi bilaterali con la Cina. Il Presidente Conte ritiene che l’Italia sia invece molto più avanzata, in termini di normativa vigente e misure di tutela, rispetto al resto dell’Unione, in virtù del fatto che la posizione italiana rispetto al 5G è molto più saggia e prudente. È stata proprio l’Italia, continua il Premier, ad aver sottolineato per prima l’importanza dei principi di sostenibilità e trasparenza negli sviluppi della nuova tecnologia cinese in Europa. 

Conte ha affermato che, in virtù dei futuri accordi, la Cina dovrà impegnarsi a evitare possibili “atteggiamenti predatori” durante lo sviluppo della nuova rete di quinta generazione. Chiaramente, il monito è rivolto anche a qualsiasi altro Paese che volesse investire in Italia nella tecnologia 5G: il Governo ha infatti esteso il Golden Power allo sviluppo della nuova tecnologia di rete, in coincidenza proprio con la sottoscrizione del memorandum con la Cina, con lo scopo di tutelare i settori strategici e i cittadini dai possibili rischi futuri di un’infrastruttura tanto rivoluzionaria:

“il 5G è una tecnologia particolarmente innovativa, che forse decuplicherà la velocità di trasmissione di dati, le potenzialità di tutto il sistema della rete. Stiamo ragionando di una prospettiva completamente diversa rispetto al passato. È evidente che quando andiamo a concludere una qualsiasi iniziativa che ha un rilievo politico, ma anche spiccatamente commerciale, lo facciamo adottando tutele”.

Il rafforzamento del Golden Power, previsto dal Decreto 22, riguarda però le iniziative di qualsiasi azienda che dovesse operare in questa nuova infrastruttura, con lo scopo di prevenire qualsiasi potenziale rischio per la sicurezza strategica italiana.

Per finire, il Presidente conferma di aver incontrato l’amministratore delegato di Huawei, con cui ha scambiato un breve saluto. Anche in questa occasione è stato ribadito che l’Italia non opererà alcuna discriminazione di sorta, in quanto particolarmente interessata alla tecnologia 5G, che costituiranno una prospettiva irrinunciabile, in grado di offrire innumerevoli opportunità economiche. Ma nello stesso tempo il Governo pretende dei livelli di sicurezza molto elevati, piuttosto che dei semplici standard minimi.

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