Romanzo Calcistico: Morgan De Sanctis, portiere di esperienza e carisma

La settima puntata di Romanzo Calcistico vede protagonista Morgan De Sanctis, portiere che ha difeso i pali del Napoli dal 2009 al 2013. Portato in azzurro da Pierpaolo Marino (suo scopritore ai tempi di Pescara), Morgan arriva all’ombra del Vesuvio dopo una fugace esperienza alla Juventus e tanti anni all’Udinese, trasferendosi poi al Siviglia e al Galatasaray. Con i suoi 32 anni, è un estremo difensore di grande esperienza, certamente il portiere ideale dopo il “valzer” della stagione precedente (Iezzo, Navarro, Gianello, il giovanissimo Sepe e perfino Bucci a fine carriera).

Ad allenare gli azzurri c’è Roberto Donadoni, che conosce bene Morgan avendolo convocato in Nazionale per gli Europei del 2008. La stagione 2009-2010 non inizia però sotto buoni auspici, tanto che Donadoni viene esonerato dopo aver raccolto 7 punti in 7 giornate. Al suo posto arriva Walter Mazzarri, tecnico di cui Morgan diverrà un fedelissimo, facendo da guida al trio difensivo Campagnaro-Cannavaro-Aronica (aiutati spesso anche da Gianluca Grava). Lungo la stagione, De Sanctis si conferma portiere affidabile, risultando sempre in campo, parando 3 rigori e mantenendo spesso la porta inviolata: a fine anno sarà qualificazione in Europa League (grande traguardo dopo l’avvio incerto). Il portiere azzurro partecipa inoltre alla sciagurata spedizione di Sudafrica 2010, Mondiali da cui l’Italia esce al primo turno e in cui De Sanctis fa da secondo a Marchetti dopo l’infortunio di Buffon.

Nel 2010-2011, Morgan si conferma leader della squadra (ancora 38 partite su 38), ottenendo anche il primato assoluto di imbattibilità casalinga della storia partenopea: 799 minuti (superando il precedente record di Luciano Castellini, 763 minuti, che resisteva dal torneo 1981-1982). La squadra sogna a lungo lo scudetto, ma un piccolo calo nel finale la fa arrivare al terzo posto, che però è un’altra pagina di storia: il ritorno in Champions League dopo 21 anni.

Le sue manone si fanno notare anche nella massima competizione europea, contribuendo in maniera determinante alla qualificazione agli ottavi, parando prima un rigore a Mario Gomez in Napoli-Bayern Monaco 1-1 e, soprattutto, sbarrando la strada a un altro Mario, Balotelli, nello storico successo casalingo sul Manchester City (2-1 con memorabile doppietta di Edinson Cavani). Eliminata agli ottavi dal Chelsea, in campionato la squadra termina quinta, ma è il 20 maggio 2012 che Morgan alza al cielo il suo unico trofeo in maglia azzurra, la Coppa Italia conquistata contro la Juventus. Stabilmente nel giro della Nazionale, De Sanctis ne farà parte anche agli Europei in Polonia e Ucraina, partecipando ancora da riserva a una cavalcata terminata con la sconfitta in finale contro la grande Spagna. Il suo sogno però è lo scudetto. Nella stagione 2012-2013 la squadra parte benissimo, spinta anche dalla rabbia post-Pechino (in cui il Napoli perde tra mille polemiche la Supercoppa italiana a vantaggio dei rivali bianconeri). L’1-1 al San Paolo con la stessa Juventus mette però fine ai sogni di Morgan e del Napoli, che a fine anno sarà secondo con 78 punti (record assoluto in A per il club partenopeo).

L’addio di Walter Mazzarri spinge De Sanctis a Roma, lasciando il posto a Pepe Reina (ma quella è un’altra bella storia). Nella Capitale giocherà altri tre anni, prima della parentesi al Monaco e il ritorno a Roma da dirigente. Resta il ricordo di un calciatore affezionato ai colori azzurri, sempre difesi dentro e fuori dal campo, e di un grande uomo spogliatoio, andato via con in bacheca la Coppa Italia ma col rimpianto di Pechino e di uno scudetto sfuggito proprio all’ultimo anno.

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