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Brina, galaverna e calabrosa: cosa sono e come distinguerle

L’inverno non è solo neve. Quando la colonnina di mercurio comincia a scendere in maniera significativa iniziano a verificarsi altri fenomeni attmosferici suggestivi, potremmo dire sempre caratterizzati dal colore bianco ma che nulla hanno a che vedere con le precipitazioni nevose, quali la brina, la galaverna e la calabrosa.

Cos’è la brina

La brina è decisamente più nota della galaverna. Si tratta di quello scenografico rivestimento di cristalli di ghiaccio che ritroviamo al mattino su superfici solide, dall’erba ai rami degli alberi al parabrezza dell’auto e così via. Si forma per congelamento diretto del vapore acqueo (si parla di brinamento, opposto del processo di sublimazione, in quanto non si passa per lo stato liquido), a contatto con un corpo solido con temperatura superficiale inferiore a zero gradi (anche di poco).

Si vengono così a formare dei piccoli cristalli aghiformi. Generalmente la brina si forma nelle notti di cielo sereno con assenza di vento – dopo giorni particolarmente freddi – , condizioni che favoriscono la dispersione del calore del suolo.

Cos’è la galaverna

La galaverna viene spesso confusa con la brina, perché anche in questo caso si tratta di cristalli di ghiaccio che vanno a ricoprire le superfici con cui l’aria entra in contatto. Ma alla base della loro formazione vi è un processo differente.

Cerchiamo di capire la sottile differenza tra brina e galaverna, partendo da un episodio che probabilmente ricorderete: Marco Confortola, che presso il Rifugio Casati al Cevedale, a 3300 metri, prende in mano una bottiglia piena d’acqua, liquida, la capovolge, e per magia l’acqua si trasforma in ghiaccio. Il fenomeno scientifico simpaticamente mostrato dall’alpinista di Valfurva è legato al concetto di “acqua sopraffusa”.

A temperature al di sotto dello zero non è detto che le goccioline di acqua congelino all’istante. Si può instaurare una condizione di equilibrio, altamente instabile, in cui la tensione superficiale tra le singole gocce e la mancanza di sali e impurità, impediscono alle molecole di acqua, tenuta in stato di quiete, di ordinarsi a formare un cristallo. Se si va a disturbarle, ecco che le molecole entrano in movimento, si riorganizzano nello spazio e cristallizzano. L’esempio di Confortola è un caso “estremo”, ovvero un bel disturbo, una bella shackerata di molecole. Ma in realtà basta il contatto con una superficie per avviare il processo di cristallizzazione.

Dalla bottiglia di Confortola passiamo a un ambiente in cui si sia formata della nebbia, che altro non è se non una nuvola formata da tante goccioline di acqua. Se ci troviamo in condizioni di temperatura negativa, all’interno della nebbia si andrà a generare quell’equilibrio appena descritto, ovvero si avrà la formazione di acqua sopraffusa. Se un po’ di vento sposta queste goccioline verso una superficie, esse andranno incontro a un rapido congelamento, generando delle concrezioni di ghiaccio che crescono in direzione opposta al vento stesso. Una volta dissoltasi la nebbia, queste formazioni di ghiaccio che avranno ricoperto alberi, così come pali della luce, o qualsivoglia superficie, possono persistere per ore, regalando al paesaggio un effetto fiabesco.

Cos’è la calabrosa

La descrizione appena fornita della galaverna vi avrà certamente portati a pensare alle croci di vetta o i rifugi alpini ricoperti di ghiaccio “ventato”. Ecco, in quel caso non si parla di galaverna ma di calabrosa. La dinamica di formazione è la medesima, si chiama in causa anche stavolta l’acqua sopraffusa nella nebbia, ma i cristalli di ghiaccio, sottoposti a un intenso vento come tipico delle alte quote, vanno a formare delle lame di ghiaccio, di dimensioni anche di 10-20 cm. Si genera una vera e propria crosta di ghiaccio dall’aspetto spugnoso per la presenza di bolle d’aria.

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2 Commenti

  1. Si forma per congelamento diretto del vapore acqueo (si parla di sublimazione, in quanto non si passa per lo stato liquido)

    In realtà si parla di brinamento (da vapore a solido)
    e non di sublimazione (che è da solido a vapore o gas)
    Ciao
    Matteo

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