fiaccolata per Antonio.2

NAPOLI – E’ stato un vero successo la marcia organizzata giovedì sera da Don Michele Madonna, parroco della chiesa San Liborio alla Carità nel quartiere Montesanto di Napoli, non lontana dal luogo dove, la sera del 6 dicembre, è avvenuto il tentativo di rapina durante il quale Antonio Ferrara, 63enne commerciante molto noto nella zona, è stato colto da un malore.

Ferrara è morto poco dopo nell’ospedale Vecchio Pellegrini dove era stato trasportato nel tentativo disperato di salvargli la vita.

In sua memoria e onore è stata realizzata la fiaccolata che nonostante la forte pioggia ha visto la partecipazione di praticamente tutto il quartiere e anche del consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, dell’assessore comunale Alessandra Clemente, del presidente dell’Eav Umberto de Gregorio, del Presidente della II Municipalità Francesco Chirico, dei responsabili cittadini del Sole che Ride dei settori legalità e rifiuti Michele Onorato ed Enzo Vasquez.

Stamattina Don Michele Madonna in diretta con Gianni Simioli e Francesco Emilio Borrelli sulla Radiazza su radio Marte ha spiegato che l’abbraccio tra il figlio della vittima e del carnefice è stato un vero miracolo: “le famiglie si conoscevano. Frequentano la stessa parrocchia. La disperazione del figlio del carnefice è stata talmente forte che ha voluto chiedere perdono alla famiglia di Antonio. Ha voluto lanciare un ponte che i figli di Antonio hanno accolto dimostrando una grande umanità. Noi nel quartiere siamo rimasti sorpresi quando abbiamo scoperto che chi aveva causato la morte ad Antonio era del nostro quartiere”.

“Dobbiamo trasformare questa tragedia – concludono Borrelli e Simioli – in un messaggio di speranza e cambiamento per Napoli. Del Gaudio però deve pagare senza sconti con una condanna durissima. Infatti non ha dato segnali di pentimento e anzi ha fornito anche falsi alibi e questo lo condanna ancora di più per quello che ha fatto”.

Infatti Del Gaudio identificato poco dopo la tragedia, aveva fornito fornito un alibi agli investigatori, poi rivelatosi falso. Aveva riferito che quella sera era al lavoro in un pub. Gli investigatori hanno subito scoperto, ascoltando i testimoni e soprattutto il suo datore di lavoro, che quella sera, invece al
lavoro non c’era andato. Vistosi scoperto, con il suo avvocato
si è recato in Questura .

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